di Antonio Battaglia – Il successo che potrebbe cambiare una intera stagione. Chiedetelo al Catanzaro. Anzi, pazientate un po’ e nel frattempo godetevi la straordinaria prestazione offerta contro il Catania. Un 3-0 pesantissimo, senza storia, autentico schiaffo al pessimismo dilagante tra tifoseria e addetti ai lavori.
Tanti i meriti dei giallorossi di Grassadonia, troppi invece i demeriti di un Catania che si limita a confermare il suo stato di allarmante crisi. Almeno le Aquile hanno provato a levarsi di dosso la veste di “delusa”. E ce l’hanno fatta, alla grande.
Tanti i meriti dei giallorossi di Grassadonia, troppi invece i demeriti di un Catania che si limita a confermare il suo stato di allarmante crisi. Almeno le Aquile hanno provato a levarsi di dosso la veste di “delusa”. E ce l’hanno fatta, alla grande.
Agli etnei, invece, non è bastato il muro difensivo della prima frazione, sgretolatosi nella ripresa sotto i colpi di Celiento, Tascone e Nicastro. Complici la generosità in termini di spazio concessa al capitano Maita, spesso e volentieri lasciato libero di servire i veloci colleghi, e un grande lavoro dell’instancabile Kanouté.
Non scordiamoci, infine, del tecnico Grassadonia, indiscusso autore di un capolavoro tattico che ha disintegrato le strategie molto rivedibili di Camplone.
È il quarto risultato utile consecutivo, c’è un consolidato sesto posto in classifica che rassicura gli animi delusi dei tifosi. Possiamo dirlo: forse è tempo di rinascita, nel segno di quanto intrapreso più di un anno fa.
Sorride anche il Rende, che esce da un surreale “Razza” invaso dalla nebbia con tre punticini pesantissimi. Contava solo vincere, in qualsiasi modo: detto fatto. Il club biancorosso ricomincia pian piano a dimostrare solidità tattica e maturità mentale, armi che negli scorsi anni l’avevano condotto a risultati impensabili.
Unico aspetto da migliorare, ad esser pignoli, è il pochissimo cinismo (per maggiori informazioni consultare la voce “peggior attacco del girone”): gli errori sottoporta pesano come macigni e, se ripetuti, potrebbero costare cari.
C’è da guardare oltre. Otto punti nelle ultime cinque gare, un bottino più che incoraggiante dalle parti di via Fratelli Bandiera. La ghiotta occasione per accorciare sulla zona playout è stata colta, ora non resterà che affrontare i prossimi blasonati avversari con la stessa caparbietà.
Capitolo Vibonese. E che delusione. La squadra di Modica aveva quasi raggiunto un’altra impresa, ma questa volta la dea Fortuna ha girato le spalle. La sconfitta di misura rimediata a Potenza interrompe la striscia positiva di cinque risultati utili consecutivi. Tutto quando il match sembrava essere ormai indirizzato sui binari del pari.
Nemmeno stavolta è stato lasciato qualcosa di intentato al caso: intensità, sacrificio e solidità ineccepibili, non sufficienti però a conquistare quello che sarebbe stato un punto meritatissimo.
Nell’economia del match pesano l’errore di Altobello ai titoli di coda e, soprattutto, il numero zero alla casella tiri in porta. Resterà da scoprire il motivo del curioso mal di trasferta a tinte rossoblu, praticamente incurabile da ormai un anno.
Nel frattempo, la squadra di Modica rimane ferma al decimo posto per mantenere il treno playoff, però, servirà dare una immediata sterzata al trend esterno.
Vorremmo, infine, parlare di un altro successo straordinario della Reggina. Tre punti, sì, ma conquistati a tavolino per clamorose e inspiegabili inadempienze del Rieti. Basta questo per avere una vaga idea della putredine che sta macchiando il calcio italiano.
Redazione Calabria 7
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