di Antonio Battaglia – Niente da fare, il poker non era nel destino. Ma non c’è da preoccuparsi: il Catanzaro è vivo, più solido che mai. Una gara complicata come quella affrontata ieri contro la Casertana sarebbe finita in maniera diversa qualche mese fa. Di certo, non con un pareggio.
Rispetto alle precedenti quattro uscite, al Catanzaro sono mancate cattiveria, fluidità e verticalizzazione: tutta colpa del centrocampo campano, capace di barricarsi in modo ermetico e aggredire con intensità i lati del campo. Insomma, solo un antipasto di quelle che saranno le battaglie da affrontare nel periodo play-off. E, tutto sommato, le Aquile sembrano aver già risposto positivamente.
Rispetto alle precedenti quattro uscite, al Catanzaro sono mancate cattiveria, fluidità e verticalizzazione: tutta colpa del centrocampo campano, capace di barricarsi in modo ermetico e aggredire con intensità i lati del campo. Insomma, solo un antipasto di quelle che saranno le battaglie da affrontare nel periodo play-off. E, tutto sommato, le Aquile sembrano aver già risposto positivamente.
Un punto ininfluente per la classifica? Beh, a ben guardare, le battute d’arresto di Potenza e Ternana riducono parecchio le preoccupazioni. Il Potenza, a tal proposito, è stato fermato da uno stoico Rende sui titoli di coda. Invidiabile la prova di forza espressa dai biancorossi ieri sera, duri a morire e quasi mai generosi di fronte ad una corazzata del girone meridionale.
Il gol all’ultimo minuto di recupero premia gli enormi sforzi compiuti dai Coscarella boys su uno dei terreni più ostici della Serie C. Un punticino poco importante ai fini della classifica ma essenziale per il morale dei ragazzi di Rigoli: con questo atteggiamento, la salvezza diventa tutt’altro che utopica. E la speranza, si sa, è l’ultima a morire.
Servirà continuità, la stessa che dovrà assolutamente ricercare la Vibonese, uscita vittoriosa contro la Viterbese. Un successo che pesa come un macigno, ottenuto con determinazione contro una squadra che naviga in zona play-off, ma che non nasconde marchiani errori sotto il profilo dell’atteggiamento.
La squadra di Modica, dopo un primo tempo spaziale, aveva praticamente regalato la rimonta ai laziali con una ripresa fiacca e sottotono: colpa di una mancanza di personalità che continua ad affliggere gli ipponici. Ma contava il risultato, poco il resto. Per questa volta, ma solo per questa, va bene così.
Conclusione dedicata alla Reggina, che esce dal “Cibali” con un punticino importante. Già, il pareggio ottenuto in quel di Catania può sembrare amaro, ma tutt’altro: gli amaranto hanno saputo tenere botta all’intraprendenza etnea con tutte le armi da capolista, in un match potenzialmente pericoloso.
Da sottolineare l’ennesima prova di spessore della difesa, che continua a non incassare gol, mentre ci sarà qualcosa da rivedere in attacco. Ora, testa al futuro: in soli sette giorni, la Reggina dovrà affrontare Paganese, Catanzaro e Monopoli. Si deciderà tutto in questo trittico di fuoco. Reggio Calabria è pronta a festeggiare.
Redazione Calabria 7