di Antonio Battaglia – boccone amaro per l’intera tifoseria, costretta ormai a vivere in eterno sulle montagne russe. Un boccone amarissimo per il presidente Noto, che ha ordinato l’immediato ritiro della squadra a Steccato di Cutro. Il Catanzaro sembra essere incappato in una tremenda maledizione da diversi anni: quando tutto sembra andare per il verso giusto, ecco che si profila l’inesorabile tracollo.
L’entusiasmo della campagna acquisti e dell’Auteri bis si è consumato presto, troppo presto: son bastate tre vittorie consecutive per mandare in tilt uno spogliatoio attualmente lezioso. Oltre alle statistiche indecenti (otto i gol subiti nell’ultima settimana, zero quelli fatti), preoccupano le oscene prestazioni contro Francavilla e Potenza. Il derby contro la Reggina, quantomeno, aveva offerto diversi spunti interessanti.
L’entusiasmo della campagna acquisti e dell’Auteri bis si è consumato presto, troppo presto: son bastate tre vittorie consecutive per mandare in tilt uno spogliatoio attualmente lezioso. Oltre alle statistiche indecenti (otto i gol subiti nell’ultima settimana, zero quelli fatti), preoccupano le oscene prestazioni contro Francavilla e Potenza. Il derby contro la Reggina, quantomeno, aveva offerto diversi spunti interessanti.
Poca umiltà? Probabilmente sì. E, diciamola tutta, non si è ancora creato l’amalgama giusto in un organico praticamente rivoluzionato. La sonora sconfitta del “Viviani” annichilisce l’intero ambiente e proietta l’attenzione sul vero problema di difenderli, i play-off. Alla meno peggio.
Brutta sconfitta anche per la Reggina, che cade tra le mura amiche contro il Monopoli. Uno scivolone inatteso, che si spiega con la grande intraprendenza dei pugliesi… e qualche ingenuità della capolista.
Il Monopoli ha saputo tenere botta e approfittare poi delle dinamiche di gioco, in particolare dell’espulsione di De Rose, in una maniera praticamente identica agli amaranto.
Insomma, chi di spada ferisce, di spada perisce. Bando alle ciance, si ricomincia a testa alta, con la consapevolezza che d’ora in poi si giocheranno finali. La Serie B non è a rischio, vero, ma chi ha tempo, non perda tempo.
Non è bastata una prestazione autoritaria, su uno dei terreni più blasonati, alla Vibonese, uscita sconfitta all’ultimo minuto da Catania. Nulla da eccepire agli ipponici in un primo tempo giocato con “cazzimma”’e giusti attributi: nella ripresa, poi, la maggiore esperienza ha spinto gli etnei verso un successo pesantissimo.
Tolta l’amarezza della sconfitta, il match del “Massimino” ha regalato solo note liete: difesa organizzata, manovra intensa, ritmi elevati. La Vibonese è tornata a giocare da vera Vibonese, ieri ne abbiamo avuto conferma.
Solo lacrime per il Rende, come da prassi. Una squadra lontana parente di quella che ha lottato con Avellino e Cavese, con poche idee e tanta confusione. Non fosse stato per Borsellini, staremmo qui a parlare di una sconfitta.
Ebbene, il punticino raccolto ieri non è utile nè per morale nè tantomeno per classifica: è semplicemente un passo in più verso la retrocessione diretta. Tutto qua.