di Gabriella Passariello- In due avrebbero adescato una dodicenne con videochiamate a sfondo erotico, utilizzando messaggi su whatsapp e via messenger, con uno di loro si sarebbe andati ben oltre la conoscenza virtuale. Entrambi, anche se in tempi diversi, si sarebbero mostrati nudi davanti alla bambina, inducendola a fare sesso on line, a praticare reciprocamente l’autoerotismo, commentando con loro gli atti sessuali appena compiuti e inviandosi foto hard. Il gup del Tribunale di Catanzaro Paola Ciriaco ha rinviato a giudizio V. Z., 42 anni di Catanzaro e N. A. D.L., 24 anni di Palermo, accusati di atti sessuali su minori per fatti che si sono verificati con il primo tra il 5 aprile 2017 e il 9 novembre dello stesso anno, mentre con N. A. D. L. tra l’1 settembre 2015 e il 9 novembre 2017. Il processo nei confronti di entrambi inizierà il prossimo 22 settembre davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Catanzaro, dove gli avvocati difensori Francesco Mancuso per N.A.D.L. e Piero Chiodo per V. Z. tenteranno di smontare le accuse.
Secondo le ipotesi della Procura, il 42enne avrebbe incontrato la ragazzina, facendola salire a bordo della sua auto per condurla in un posto appartato, dove avrebbe consumato con lei un rapporto orale. Una vicenda nata in un contesto di degrado familiare e sociale, dove viveva la ragazzina che oggi ha 17 anni. La minore, ospite di una comunità di recupero, avrebbe confidato la sua esperienza di sesso on line ad altre compagne, che a loro volta avrebbero avvisato la responsabile del centro. Una storia finita sotto la lente della Procura di Catanzaro, che ha proceduto nelle forme dell’incidente probatorio per acquisire le dichiarazioni della ragazzina, ascoltata in modalità protetta.
Secondo le ipotesi della Procura, il 42enne avrebbe incontrato la ragazzina, facendola salire a bordo della sua auto per condurla in un posto appartato, dove avrebbe consumato con lei un rapporto orale. Una vicenda nata in un contesto di degrado familiare e sociale, dove viveva la ragazzina che oggi ha 17 anni. La minore, ospite di una comunità di recupero, avrebbe confidato la sua esperienza di sesso on line ad altre compagne, che a loro volta avrebbero avvisato la responsabile del centro. Una storia finita sotto la lente della Procura di Catanzaro, che ha proceduto nelle forme dell’incidente probatorio per acquisire le dichiarazioni della ragazzina, ascoltata in modalità protetta.
“I giochi di ruolo”
La dodicenne, (parte civile al processo insieme alla madre ed entrambe rappresentate dall’avvocato Magda Mellea), nell’aula del Tribunale per i minorenni, in videoconferenza, aveva confermato, in fase di indagini, all’allora gip Giacinta Santaniello i messaggi a contenuto erotico avvenuti con uno dei due indagati N. A. D. L., incluso lo scambio di foto di nudo via whatsapp e attraverso messenger. La ragazzina, inoltre, avrebbe riferito di giochi erotici intercorsi tra di loro, “giochi di ruolo”: quello tra l’insegnante e l’alunna, il medico e il paziente, dichiarando di aver cercato anche lei N. A. D. L. a cui inizialmente avrebbe detto di essere maggiorenne. Avrebbe invece smentito l’ipotesi accusatoria, secondo cui l’indagato avrebbe consumato un rapporto orale con lei: “non ho mai praticato o visto praticare autoerotismo”.