Sette tele del Tiepolo sono passate da un museo pubblico al salotto di casa Benetton a Vicenza. Lo denunciano il Codacons e la senatrice Bianca Laura Granato, firmatari di una diffida inoltrata al Presidente del Consiglio, al Ministro della Cultura e alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio – Verona, Rovigo e Vicenza. Un diffida che anticipa una interrogazione parlamentare della stessa senatrice Granato. “Alcuni affreschi realizzati da Gian Domenico Tiepolo per il Palazzo dei Valmarana di Vicenza ed esposti al pubblico presso “Palladio Museum” di Vicenza, sono stati oggetto di una compravendita tra privati – è spiegato nella diffida – Tuttavia le opere, in quanto portatrici di un valore culturale – quale qualità attinente al bene – sono beni culturali assoggettati a norme pubblicistiche speciali, che mirano alla conservazione ed alla fruizione a favore della collettività”.
La Costituzione, si fa rilevare, “nel riconoscere la tutela del “patrimonio storico e artistico della Nazione” sottolinea l’esigenza di tutelare il patrimonio culturale della collettività. Proprio perché l’interesse culturale assurge ad interesse collettivo. E per garantire l’interesse collettivo il nostro ordinamento- si legge – offre lo strumento della cd “prelazione artistica”, disciplinato nel capo IV (Titolo I, Parte Seconda) del D.Lgs. 42/2004. Lo “Stato”, pertanto, ha il diritto-dovere di intervenire in una vicenda traslativa tra privati per acquistare i beni culturali oggetto di compravendita. Infatti il negozio giuridico, proprio per il valore delle opere, sebbene validamente concluso, è sottoposto a condizione sospensiva”.
La Costituzione, si fa rilevare, “nel riconoscere la tutela del “patrimonio storico e artistico della Nazione” sottolinea l’esigenza di tutelare il patrimonio culturale della collettività. Proprio perché l’interesse culturale assurge ad interesse collettivo. E per garantire l’interesse collettivo il nostro ordinamento- si legge – offre lo strumento della cd “prelazione artistica”, disciplinato nel capo IV (Titolo I, Parte Seconda) del D.Lgs. 42/2004. Lo “Stato”, pertanto, ha il diritto-dovere di intervenire in una vicenda traslativa tra privati per acquistare i beni culturali oggetto di compravendita. Infatti il negozio giuridico, proprio per il valore delle opere, sebbene validamente concluso, è sottoposto a condizione sospensiva”.
Per questo il vice presidente nazionale del Codacons, Francesco Di Lieto, e la senatrice Bianca Laura Granato diffidano il Presidente del Consiglio, il Ministro della Cultura e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio – Verona, Rovigo e Vicenza, ognuno per quanto di propria competenza, “a porre in essere ogni e più opportuna iniziativa tesa a tutelare e salvaguardare sia il patrimonio artistico del paese che l’interesse della collettività”. Pertanto si richiede “l’emissione di un provvedimento attraverso cui si eserciti la prelazione, nonché la notifica agli alienanti ed all’acquirente”.