di Gabriella Passariello- Percezione indebita di fondi comunitari erogati dalla Regione Calabria e destinati a finanziare l’avviamento di nuove aziende agricole per sostenere il ricambio generazionale nel comparto, attraverso l’inserimento di nuovi giovani agricoltori professionalizzati. Denaro non dovuto, perché fingendosi agricoltori avrebbero intascato agevolazioni pubbliche sulla base dei fondi comunitari del 2014-2020, ingannando la Pubblica Amministrazione sulla legittimità dei fondi richiesti, trattandosi di studente universitario fuori sede, che in quanto tali non avrebbe potuto, nei fatti, portare avanti un’impresa agricola. Il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Bordonali ha chiuso le indagini nei confronti di Gabriele Rizza e del fratello Roberto Rizza, ex consigliere comunale a Palazzo De Nobili, entrambi residenti a Catanzaro, nei confronti dei quali la Procura ipotizza i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico
Le false dichiarazioni per ottenere soldi pubblici
Le false dichiarazioni per ottenere soldi pubblici
Secondo le ipotesi di accusa Gabriele Rizza avrebbe aperto il 21 gennaio 2017 un’attività per la coltivazione di frutti oleosi presentando al dipartimento regionale Agricoltura e Risorse agroalimentari la domanda di sostegno Psr con la richiesta di agevolazioni per complessivi 228.432,07 euro, ribadendo in tutte le successive interlocuzioni con la Regione Calabria di possedere requisiti in realtà mai avuti, dal momento che Gabriele Rizza non avrebbe mai esercitato l’attività di agricoltore, né avrebbe mai curato la coltivazione dei terreni di Santa Severina. Perché? Secondo le ipotesi della Procura, si tratta di uno studente universitario che vive a Roma, che trascorre in Calabria solo brevissimi periodi di permanenza, le feste comandate per intenderci, vacanze estive comprese, senza essersi mai recato nei terreni che avrebbe dovuto condurre in qualità di giovane agricoltore, se non in un’unica circostanza ed esattamente il 10 novembre 2019 in concomitanza con un sopralluogo da parte di alcuni valutatori. Sarebbe stato il fratello Roberto Rizza ad occuparsi della gestione dell’impresa agricola curando le relative questioni burocratiche, procurandosi entrambi l’ingiusto vantaggio di aver ricevuto agevolazioni non dovute. Tutti e due avrebbero attestato falsamente alla Regione la qualità di giovane agricoltore di Roberto Rizza sia nella domanda di sostegno, che in tutte le successive interlocuzioni con lo stesso dipartimento alla Agricoltura.
Le posizioni stralciate
Un meccanismo truffaldino reiterato nel tempo attuato con la complicità del familiare, “vestendo i panni” di imprenditori occulti nelle aziende, in un sistema stroncato dagli uomini della Guardia di finanza di Catanzaro, che a maggio scorso hanno notificato un’ordinanza di sequestro preventivo con contestale misura cautelare, vergata dal gip Luca Bonifacio, anche nei confronti di altri indagati (LEGGI QUI), i cui nomi , però, non compiono più nell’avviso di conclusione delle indagini. Il magistrato ha stralciato le posizioni di Nicola Leuzzi, Giuseppe Leuzzi, Ivan Muraca, Antonio, Giacomo (quest’ultimo non destinatario di alcuna misura) Muraca, indagati rispetto ai quali si va verso l’archiviazione. Il Tribunale del Riesame accogliendo le istanze difensive ha disposto il dissequestro di oltre 500mila euro complessivi (LEGGI QUI).
il diritto di difesa
Gli indagati assistiti dal legale Dario Gareri avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati dal pm, depositare memorie difensive, rilasciare dichiarazioni spontanee prima che il magistrato proceda con una richiesta di rinvio a giudizio.