“Tanto domani mi sveglio, Antonella, e troverò il tuo solito sorriso genuino stampato nella mail di lavoro che mi manderai. O, forse, entrando in studio (in quello che è e resterà sempre il tuo studio) a Milano, mi racconterai delle stramberie dell’udienza o del povero cristo per il quale avevi profuso impegno e passione”. Inizia così la commovente lettera dei colleghi di studio di Antonella Teramo, avvocata 36enne iscritta al Foro di Vibo Valentia ma con uno studio a Milano, morta assieme alla piccola figlia Maya nel drammatico incidente stradale che si è verificato domenica scorsa sulla trasversale Ionio-Tirreno.
“Dal luogo in cui sei, guarda la tua famiglia. Asciuga le loro lacrime. Dona loro quel conforto che noi non sappiamo esistere, in questo momento. Culla la tua Maya nelle tue braccia di mamma premurosa, adesso che siete la stessa cosa, lo stesso soffio di vita eterna: due vite in terra, una sola in cielo. E stavolta per sempre! E anche lì, vedendo un’ingiustizia, ricorda ancora una volta di essere un Avvocato. Di quelli bravi, studiosi, attenti, preparati. Tanto qui, quanto lì, le regole sono le stesse. E forse questa è la ragione di questa tua improvvisa partenza”.
“Dal luogo in cui sei, guarda la tua famiglia. Asciuga le loro lacrime. Dona loro quel conforto che noi non sappiamo esistere, in questo momento. Culla la tua Maya nelle tue braccia di mamma premurosa, adesso che siete la stessa cosa, lo stesso soffio di vita eterna: due vite in terra, una sola in cielo. E stavolta per sempre! E anche lì, vedendo un’ingiustizia, ricorda ancora una volta di essere un Avvocato. Di quelli bravi, studiosi, attenti, preparati. Tanto qui, quanto lì, le regole sono le stesse. E forse questa è la ragione di questa tua improvvisa partenza”.
“Lì dove sei ora avevano impellente bisogno di un buon avvocato, di una splendida mamma e di quel fiore di inebriante profumo che è Maya. Dio, probabilmente, aveva bisogno di Bellezza. E se l’è venuta a prendere! Noi qui, assetati, ad aspettare quel tertia die resurrexit che tarda ad arrivare. Siamo tutti più poveri e più tristi. Tu nella Luce, noi, sconfitti nelle tenebre. Abbarbicati al tuo sorriso, a quello della tua Maya. Uniche fiaccole in questa notte buia”.