Penuria d’acqua: a Ruggero di Sellia è rivolta fiscale

Una vera e propria rivolta fiscale sull Jonio Catanzarese.

Siamo a Sellia Marina, località Ruggero.

Siamo a Sellia Marina, località Ruggero.

Neppure il tempo di annunciare la clamorosa iniziativa, che piovono le adesioni.
Siamo già a quota cento – sostiene Michele Arcuri, presidente dell’Associazione “Insieme per Ruggero” – e questa è l’evidente conferma che lo stato di abbandono di Ruggero è reale.
Non è possibile che in un paese “a vocazione turistica” manchi l’acqua in estate.
Non è possibile che mentre si organizzano tarantelle ed autocelebrazioni sulla bandiera blu, ci siano Cittadini che non possono farsi neppure una doccia.
Non è possibile che dinnanzi questa vera e propria emergenza non si intervenga, almeno per adottare soluzioni alternative.
Ed incede dobbiamo registrare l’assoluta indifferenza da parte dell’Amministrazione comunale.
L’ultima perla di saggezza è di ieri pomeriggio quando, interpellato dai Carabinieri sulla mancanza d’acqua, il Sindaco ha banalizzato la vicenda dichiarando che si tratta di problemi che riguardano “una sola famiglia”. Delle due l’una: o non conosce il territorio oppure non conosce la vergogna.
La mancanza d’acqua riguarda un’intera località ed espone a rischi igienico sanitari i Cittadini.
Per questi motivi abbiamo già depositato una denuncia per interruzione di pubblico servizio 
affinché la Procura individui tutte le responsabilità per la mancanza di un servizio fondamentale per la salute pubblica.

Nel contempo l’Associazione ha chiesto al Prefetto di Catanzaro di intervenire perché “siamo dinnanzi ad una situazione di urgenza stante la grave necessità pubblica, che si protrae dall’inizio dell’estate, nell’indifferenza dell’amministrazione comunale”.
Sempre al Prefetto saranno consegnate le deleghe delle più di cento famiglie che hanno già deciso di versare i tributi direttamente in Prefettura.
E non si azzardi il Sindaco a ripetere il solito ritornello, secondo cui chi si lamenta offende l’immagine del paese.
Chi umilia il paese è proprio chi, come lui, festeggia mentre ci sono famiglie che, in piena estate, non possono neppure lavarsi.
Se avessimo voluto gettare fango, avremmo chiesto alla Fee di verificare l’esistenza dei requisiti alla base del prestigioso riconoscimento della “Bandiera Blu”. 
La Fee prevede, tra l’altro, che vi sia acqua potabile in spiaggia …qui non l’abbiamo neppure nelle case !
Certo che se anche dalla Prefettura non dovessero giungere interventi concreti – conclude Arcuri – siamo pronti ad ulteriori iniziative per rendere questa vergogna un caso nazionale.”

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