Sindaci e Regioni in rivolta contro il Dpcm, l’intervento di Speranza

quarta dose speranza

Nuove proposte per circolare liberamente tra Comuni all’interno delle province nei giorni delle feste e proteste dei sindaci delle città arancioni. Varie le richieste contro la stretta anti-Covid di dicembre. A chiedere “una correzione alle ultime disposizioni sul Natale” anche l’Unione delle Province, che suggerisce di “concedere gli spostamenti tra Comuni nella stessa provincia nelle giornate delle festività”. Un invito attualemente senza riscontro, ma neanche escluso totalmente nel caso di un drastico calo dei contagi. Non si tratterebbe in quel caso di rinnegare il Dpcm, ma di una modifica legata ad eventuali emendamenti al Decreto legge dello scorso 2 dicembre.

“Sarebbe una soluzione di buon senso – spiega il presidente dell’Upi, Michele De Pascale -. Mi sembra un buon compromesso, ci sono Comuni con poche migliaia di abitanti tra i quali però non finisce il confine delle relazioni umane delle persone”.

“Sarebbe una soluzione di buon senso – spiega il presidente dell’Upi, Michele De Pascale -. Mi sembra un buon compromesso, ci sono Comuni con poche migliaia di abitanti tra i quali però non finisce il confine delle relazioni umane delle persone”.

La risposta di Speranza

Le richieste si moltiplicano, ma Palazzo Chigi e il ministro della Salute resistono alla richiesta di allentare le norme previste dal Dpcm del 3 dicembre per i giorni ‘ad alto rischio’. Dal ministro Roberto Speranza, infatti, arriva un no secco: “Le misure sono queste e le confermiamo e le norme restano queste”, ha affermato a La7 rispondendo a una domanda sull’eventuale revisione delle misure per i giorni del 25, 26 e 31 dicembre e 1 gennaio in merito agli spostamenti tra comuni.

“In questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili. Il messaggio del Governo vuole essere questo: nei giorni più caldi, dove c’è più rischio che salga la mobilità, chiediamo un sacrificio alle persone. I dati li guarderemo sempre con grande attenzione ma le misure sono queste e le confermiamo. Non cambieranno per il momento né in un verso né in un altro verso. Come sempre avviene – ha concluso Speranza – le misure non si vedono giorno per giorno ma c’è bisogno di un tempo un po’ più lungo. Oggi ad esempio stiamo ancora vedendo i risultati della fase in cui in Italia c’erano molte zone rosse. C’è sempre un tempo in più che bisogna aspettare”.

Le misure vigenti sugli spostamenti

Col Dpcm in vigore, oltre ai divieti di spostamento fra regioni e comuni validi per tutto il territorio nazionale dal 21 dicembre al 6 gennaio, nelle zone arancioni è inoltre “vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita.

È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori di cui al comma 1 è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del presente decreto. E’ vietato, inoltre, ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.

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