“Consapevole del controllo esercitato sul territorio di Ferno dalla locale della ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo”, avrebbe chiesto e ottenuto “l’appoggio elettorale” del clan vincendo le elezioni indette nel 2017, superando di due punti percentuali la concorrente”. Si tratta di uno dei passaggi dell’avviso di conclusione indagini che la Dda di Milano ha notificato nelle scorse ore a Filippo Gesualdi, sindaco di Ferno, nel Varesotto, accusato di scambio elettorale politico-mafioso.
I voti e gli interessi del clan
I voti e gli interessi del clan
Dall’inchiesta emerge che Gesualdi da candidato sindaco avrebbe accettato “la promessa da Emanuele De Castro“, condannato per mafia nel 2013 e nel 2020, oggi collaboratore di giustizia, “effettuata per il tramite di Mario Curcio, suo uomo di fiducia, ed Enzo Misiano”, di procurargli voti in cambio della disponibilità a soddisfare esigenze o interessi dell’associazione mafiosa”, condizione che, secondo la magistratura, si sarebbe “effettivamente verificata” in due occasioni.
“Prima ha chiesto, mò chiediamo noi”
Tra le accuse mosse dalla Dda c’è anche quella di essersi mosso per l’acquisizione di terreni da destinare ad attività imprenditoriali della cosca e di aver tentato di far aggiudicare alla locale di ‘ndrangheta la gestione dei campi sportivi di Ferno. “Prima ha chiesto, mò chiediamo noi”, avrebbe detto De Castro intercettato mentre parlava al telefono con un collaboratore, “prima che mi in….o e poi va a finire che lo devo venire a prendere a schiaffi sto sindaco”.
“Mai fatto promesse a malavitosi”
“Mi dichiaro completamente estraneo ai fatti che mi vengono contestati: nel corso del mio mandato da sindaco – ha detto Gesualdi – ho sempre avuto a cuore gli interessi dei cittadini fernesi, non ho favorito nessuno e tantomeno ho fatto promesse a soggetti malavitosi”. Prosegue il primo cittadino: «Ciò premesso affronterò le accuse che mi vengono rivolte con serenità e mi difenderò in qualunque sede nella certezza di riuscire a chiarire ogni aspetto di questa vicenda» e conclude che «Ho massima fiducia nella magistratura, che sono sicuro saprà accertare la mia totale estraneità ai fatti e l’inconsistenza di questa vicenda assurda”.