Slc Cgil: amarezza e rabbia per tavolo Tlc

«Oggi è stata l’ennesima dimostrazione di un disinteresse verso una categoria di lavoratori da sempre “mediaticamente interessante” ma costantemente abbandonata. In questo c’è totale continuità tra i governi precedenti e l’attuale».

Amarezza e rabbia nelle parole di Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria, dopo il fallimento del tavolo di settore delle TLC, convocato già nei giorni scorsi con i sindacati confederali e Asstel, con la presenza del ministro Luigi di Maio, di cui non c’è stata traccia, e che oggi era stato allargato ai sindacati autonomi. Un appuntamento che ha avuto il solo scopo di prendere altro tempo e non discutere dei problemi concreti del settore quali la delocalizzazioni delle attività, il costo del lavoro, il dumping contrattuale, la mancanza di ammortizzatori sociali stabili, la corretta applicazione delle clausole sociali,  la creazione di un progetto di formazione adeguata a traghettare il settore verso la necessaria digitalizzazione e evitare il licenziamento di migliaia di lavoratori.

Amarezza e rabbia nelle parole di Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria, dopo il fallimento del tavolo di settore delle TLC, convocato già nei giorni scorsi con i sindacati confederali e Asstel, con la presenza del ministro Luigi di Maio, di cui non c’è stata traccia, e che oggi era stato allargato ai sindacati autonomi. Un appuntamento che ha avuto il solo scopo di prendere altro tempo e non discutere dei problemi concreti del settore quali la delocalizzazioni delle attività, il costo del lavoro, il dumping contrattuale, la mancanza di ammortizzatori sociali stabili, la corretta applicazione delle clausole sociali,  la creazione di un progetto di formazione adeguata a traghettare il settore verso la necessaria digitalizzazione e evitare il licenziamento di migliaia di lavoratori.

«Al termine dello scorso incontro, – fa sapere Carchidi – relativo alla vertenza Almaviva Palermo, il ministero aveva aggiornato le parti attraverso un comunicato pubblicato sul sito istituzionale dello stesso Ministero del Lavoro. Successivamente il tavolo si era trasformato in un incontro complessivo sul settore contact center, per poi oggi diventare una replica di tavoli di settore già visti nei mesi scorsi e che al di là di dichiarazioni e dei buoni propositi non hanno portato niente di tangibile per le lavoratrici ed i lavoratori del settore. Il ministro ha ritenuto più opportuno dedicarsi a chiarire le sue beghe con Salvini, non ritenendo prioritario affrontare una vertenza che impatta migliaia di lavoratori in Italia, e, in particolare nel mezzogiorno. Le elezioni europee sono passate, così come le amministrative e le regionali, il ministro Di Maio scelga se fare il ministro o il capo di un partito in perenne campagna elettorale, e provi a risolvere invece le vertenze per cui ha indossato “magliette” nel corso delle varie competizioni elettorali».

Stessa amarezza nelle parole di Alberto Ligato, segretario regionale della Slc Cgil Calabria che ha dichiarato: «Ancora una mortificazione per le aspettative degli oltre 10 mila lavoratori calabresi che operano nel settore call center, l’ennesimo tavolo convocato e disertato dal Ministro dello Sviluppo Economico, l’ennesima occasione sprecata per mettere in sicurezza il settore. È più di un anno che abbiamo presentato al governo una piattaforma rivendicativa, ci sono numerosi aspetti da affrontare rapidamente ed il futuro di migliaia di lavoratori è appeso ad un filo. Numerose sono le vertenze aperte e migliaia i posti di lavoro a rischio. Un governo che si professa vicino al popolo che non fa nulla per i lavoratori dei call center».

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