Sarà oggetto di approfondito dibattito scientifico il caso del rinvenimento di 8 sorgenti radioattive individuate in un’area industriale del territorio vibonese, poste poco al di sotto del manto stradale. L’individuazione di tali segnali, avvenuta grazie ad un sopralluogo svolto dai tecnici dell’Arpacal, fece scattare un’indagine da parte della Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Dopo l’Associazione italiana di radioprotezione, anche negli Incontri Mediterranei dell’AIDII (Associazione Italiana Degli Igienisti Industriali per l’Igiene Industriale e per l’Ambiente), che si terranno a Siracusa il 25 e 26 novembre prossimi, sarà discusso il caso del ritrovamento, e soprattutto delle procedure per la bonifica radiometrica messe in atto dai tecnici Arpacal.
Alle origini dell’inchiesta
Alle origini dell’inchiesta
L’indagine relativa al ritrovamento delle sorgenti radioattive nella zona industriale di Vibo scattò grazie ad una procedura di contenimento del rischio radiologico potenziale, applicata alle attività di campionamento e sopralluogo in aree prive di conoscenze ambientali, conosciuta con l’acronimo Bonrad (Bonifica radiometrica) che i tecnici dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) mettono in azione sistematicamente ogni qualvolta sono chiamati ad operare, appunto, in aree per le quali non ci sono dati ambientali chiari ed univoci sulla pericolosità radiologica.
La scoperta, in occasione di un controllo nell’area industriale di Vibo Valentia su un abbanco di rifiuti stoccati in un capannone per il quale era necessaria una complessiva opera di caratterizzazione, fu fatta dai tecnici Salvatore Procopio, fisico del Laboratorio “E. Majorana” del Dipartimento Arpacal di Catanzaro e dall’ingegnere Pietro Capone del Dipartimento di Vibo Valentia.
Incontri di sensibilizzazione
Negli incontri Mediterranei organizzati dall’AIDII – dopo che nelle precedenti edizioni sono state dedicate ad argomenti monotematici – in questa edizione, prendendo spunto dalle recenti direttive europee 2019/130/Ce e 2019/983/Ce, si intende proporre alla comunità̀ scientifica, un’occasione di approfondimento e confronto sulla tematica dell’esposizione a cancerogeni negli ambiti di lavoro e di vita, nell’intento di offrire spunti di riflessione e esperienze nell’ambito della valutazione dei rischi e del monitoraggio ambientale e biologico per tale tipologia di agenti, che hanno un impatto importante sulla salute dei lavoratori e della popolazione generale.