La fragilità umana non può essere polvere da mettere sotto al tappeto della nostra coscienza, ma è qualcosa che deve essere presa in carico. La scienza ha fatto dei passi importanti per lenire le sofferenze del corpo, ma forse c’è bisogno di progetti più vigorosi. In tal senso, al complesso monumentale del San Giovanni di Catanzaro è andato in scena un incontro sul tema del sostegno ai pazienti fragili, occasione per un confronto aperto che ha visto la partecipazione di medici e di rappresentanti delle istituzioni.
L’esempio di Ra.Gi Onlus
L’esempio di Ra.Gi Onlus
Protagonista dell’iniziativa l’associazione Ra.Gi Onlus, che con il suo progetto sulle demenze è diventata esempio nazionale di un vero e proprio metodo da seguire per la tutela di coloro che sono affetti da demenza. “L’università può scendere tra le famiglie. Quando la cura farmacologica non c’è, prendersi cura è un qualcosa che deve avvenire anche su percorsi diversi come il sociale ed il territorio. Un percorso che noi facciamo anche attraverso il progetto della Casa Paese delle demenze di Cicala: in tal senso, stiamo dimostrando che questo processo innovativo dà nutrimento alla fragilità umana”.
Il tema dei costi ospedalieri
A coordinare il confronto è stato Luca Gallelli, professore di Farmacologia clinica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro: “Ritengo che sia oggi basilare formare rete in un sistema in cui ancora oggi non c’è idea dei percorsi che i nostri pazienti devono seguire – ha affermato -. La possibilità che le associazioni scendano in piazza rappresenta un vantaggio unico per i nostri pazienti affinché possano seguire una via guidata per avere una diagnosi migliore. Ai pazienti bisogna assicurare la dignità e l’etica e un percorso che veda gli ordini professionali scendere in campo. Elga Rizzo, direttore amministrativo del Mater Domini, è intervenuta invece sul tema dei costi ospedalieri.”Il cittadino fragile è attualmente non solo chi ha patologie oncologiche o degenerative, ma anche colui che non può reperire il cibo. A livello operativo deve essere data enfasi al territorio con ospedali di comunità e con i punti di accesso per farsi carico del paziente fragile”.
Obiettivo Pdta
Tra gli interventi più importanti anche quello di Ilario Lazzaro, direttore facente funzioni dell’Asp di Catanzaro: “Il nostro obiettivo è quello di creare percorsi per le principali patologie, i cosiddetti Pdta (percorsi diagnostico terapeutici assistenziali), che accompagnino il cittadino per evitare ritardi o disfunzioni. Naturalmente – spiega – dobbiamo anche mutuare esperienze importanti da paesi stranieri, tra cui la Germania, che stanno investendo su fondi ad hoc per migliorare la presa in carico. Altra sfida importante è l’utilizzo dei fondi per la non autosufficienza, soprattutto per quei pazienti con disabilità molto gravi, senza dimenticare il piano di nazionale di ripresa e resilienza che consente di avere ospedali di comunità e casa di comunità per la presa in carico dei cittadini”.
L’importanza dell’università
Al confronto ha preso parte anche il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovambattista De Sarro: “L’università ha il compito di interloquire con chi ha più bisogno e di mettere a disposizione specialisti anche con il supporto della telemedicina. La problematica del paziente fragile è seria – prosegue – e una struttura come quella universitaria è fondamentale grazie al fatto che ci sono diverse possibilità di formazione”. Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha sottolineato la vicinanza dell’ente Regione al mondo associativo, aggiungendo poi che “l’impegno verso il sociale sul Welfare è fondamentale e rappresenta una delle materie sulle quali c’è tanto lavoro da fare”. (a.b.)