di Luana Costa
Si è concluso con una parziale modifica della sentenza di primo grado il processo scaturito dall’inchiesta de-nominata “Veleno” scattata nel giugno del 2014 a Lamezia Terme. L’udienza si è tenuta lo scorso 3 maggio. I carabinieri avevano smantellato una rete di spaccio operante nella città della piana. Questa mattina la Corte d’Appello di Catanzaro (presidente, Giancarlo Bianchi, consiglieri Giovanna Mastroianni e Teresa Reggio) ha emesso sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste per Domenico Fiorino (difeso dagli avvocati Nicola Tavano e Antonio Mazza) e per Vito Provenzano (difeso dall’avvocato Antonio La-russa). Sono stati invece condannati Tiziano Morello a quattro mesi di reclusione e 800 euro di multa, Antonio Nero a quattro mesi di reclusione e 800 euro di multa, Rosario Franceschi a otto mesi di reclusione, Concetto Franceschi a otto mesi di reclusione e mille euro di multa, Pietro Caruso ad un anno di reclusione e Giuseppe Costantino a due mesi di reclusione e 300 euro di multa.
Si è concluso con una parziale modifica della sentenza di primo grado il processo scaturito dall’inchiesta de-nominata “Veleno” scattata nel giugno del 2014 a Lamezia Terme. L’udienza si è tenuta lo scorso 3 maggio. I carabinieri avevano smantellato una rete di spaccio operante nella città della piana. Questa mattina la Corte d’Appello di Catanzaro (presidente, Giancarlo Bianchi, consiglieri Giovanna Mastroianni e Teresa Reggio) ha emesso sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste per Domenico Fiorino (difeso dagli avvocati Nicola Tavano e Antonio Mazza) e per Vito Provenzano (difeso dall’avvocato Antonio La-russa). Sono stati invece condannati Tiziano Morello a quattro mesi di reclusione e 800 euro di multa, Antonio Nero a quattro mesi di reclusione e 800 euro di multa, Rosario Franceschi a otto mesi di reclusione, Concetto Franceschi a otto mesi di reclusione e mille euro di multa, Pietro Caruso ad un anno di reclusione e Giuseppe Costantino a due mesi di reclusione e 300 euro di multa.