Il pubblico ministero della distrettuale di Catanzaro Debora Rizza ha chiesto pene che vanno dai 4 ai 20 anni di reclusione per i quindici imputati, giudicati con rito abbreviato, che il 26 febbraio dell’anno scorso sono stati coinvolti nel blitz antidroga nome in codice “All Ideas”. Ha invocato nell’aula bunker davanti al gup Francesca Pizii per Carmine Amato inteso “Carminuzzu” 14 anni e 9 mesi; Damiano Amato 20 anni; Marcello Amato 18 anni; Gianluca Bevilacqua, 12 anni; Donato Bevilacqua 14 anni e 9 mesi; Fabio Buccino, 18 anni di reclusione; Fiore Bevilacqua alias “U Muntanaru”, 14 anni; Fabio Bevilacqua, 6 anni di reclusione e 26mila euro di multa; Federica Caroleo, 12 anni di carcere; ; Anna Rosa Laganà, 4 anni di reclusione e e 26mila euro di multa ; Salvatore Laganà, 4 anni e 16mila euro di multa; Cosimo Morello, 10 anni; Eleonora Morelli,10 anni ; Fiorina Morello 10 anni e 9 mesi, e Anna Maria Passalacqua, 10 anni e 9 mesi . Il gup ha aggiornato l’udienza al prossimo 6 maggio, giorno in cui inizieranno le arringhe difensive dei legali Giovanni Merante, Nicola Tavano, Antonello Talerico, Gregorio Viscomi, Anselmo Mancuso e Mary Aiello.
Il blitz. L’operazione ha consentito di disarticolare un gruppo a conduzione prettamente familiare, da una ventina di anni attivo in un lucroso traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto di cocaina. Il gruppo, favorito anche da un’impenetrabile cappa di omertà, secondo le ipotesi di accusa, avrebbe avuto la sua “enclave” nel popoloso quartiere di Santa Maria. Un’organizzazione capace di creare canali autonomi di approvvigionamento stringendo rapporti con clan del Reggino e del Vibonese per poi smerciare la droga sulla piazza catanzarese utilizzando sistemi ingegnosi, come l’occultamento nei copertoni delle macchine,
Il blitz. L’operazione ha consentito di disarticolare un gruppo a conduzione prettamente familiare, da una ventina di anni attivo in un lucroso traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto di cocaina. Il gruppo, favorito anche da un’impenetrabile cappa di omertà, secondo le ipotesi di accusa, avrebbe avuto la sua “enclave” nel popoloso quartiere di Santa Maria. Un’organizzazione capace di creare canali autonomi di approvvigionamento stringendo rapporti con clan del Reggino e del Vibonese per poi smerciare la droga sulla piazza catanzarese utilizzando sistemi ingegnosi, come l’occultamento nei copertoni delle macchine,
L’inchiesta. L’indagine avviata dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Catanzaro è scattata dopo l’arresto in flagranza di Marcello Amato, considerato l’ideatore dell’organizzazione, avvenuto il 6 novembre 2014, per l’omicidio di Alessandro Morelli. Dopo il delitto i militari hanno avvitato una serie di attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, grazie alle quali è stato possibile non solo acquisire ulteriori elementi sull’omicidio, ma anche accertare il coinvolgimento dell’autore del delitto e di altri indagati, legati tra loro da vincoli di parentela, in una fiorente attività di spaccio di sostanza stupefacente.
g. p.
Redazione Calabria 7