Sparatoria nel Vibonese, caso risolto in tempo record: due fermi (NOMI E VIDEO)

Un diverbio per futili motivi alla base del tentato omicidio. Recuperata la pistola e fondamentale la collaborazione della vittima e di alcuni testimoni

Spari nella notte nel Vibonese. È successo a Joppolo, al termine di un ennesimo diverbio, maturato per futili motivi all’interno di un noto bar della frazione Coccorino, abituale ritrovo della gente del luogo. Da un lato una coppia impegnata in un alterco con altre persone, dall’altra un giovane del posto, che aveva cercato di invitare alla calma, infastidito dai toni che si erano fatti caldi. Dalle parole, si è passati ai fatti e il 58enne Giacomo Iamundo, già noto alle forze dell’ordine, una volta avuta la disponibilità di una pistola 7,65, con matricola abrasa, procuratagli da un complice, il 46enne Roberto Rocco, ha raggiunto a bordo del proprio mezzo l’abitazione del giovane. Alla vista del ragazzo, uscito sul pianerottolo ha estratto l’arma e sparato ben tre colpi all’indirizzo del diciassettenne, rimasto illeso, per poi dileguarsi.

Spari nella notte nel Vibonese. È successo a Joppolo, al termine di un ennesimo diverbio, maturato per futili motivi all’interno di un noto bar della frazione Coccorino, abituale ritrovo della gente del luogo. Da un lato una coppia impegnata in un alterco con altre persone, dall’altra un giovane del posto, che aveva cercato di invitare alla calma, infastidito dai toni che si erano fatti caldi. Dalle parole, si è passati ai fatti e il 58enne Giacomo Iamundo, già noto alle forze dell’ordine, una volta avuta la disponibilità di una pistola 7,65, con matricola abrasa, procuratagli da un complice, il 46enne Roberto Rocco, ha raggiunto a bordo del proprio mezzo l’abitazione del giovane. Alla vista del ragazzo, uscito sul pianerottolo ha estratto l’arma e sparato ben tre colpi all’indirizzo del diciassettenne, rimasto illeso, per poi dileguarsi.

Recuperata la pistola con l’otturatore ancora aperto

L’immediato intervento dei Carabinieri della Compagnia di Tropea, con l’ausilio di quelli della Stazione di Joppolo, sotto la costante direzione del pm di turno, Eugenia Belmonte, ha consentito di ricostruire l’accaduto ed identificare gli autori, sottoposti a fermo di indiziato di delitto e tradotti presso la casa circondariale di Vibo. Le perquisizioni operate dai militari hanno anche consentito di recuperare l’arma del delitto, rinvenuta in un terreno ancora con l’otturatore aperto, dopo l’azione di fuoco.

La collaborazione dei testimoni e della vittima

Fondamentale è stata anche la collaborazione di alcuni testimoni e la denuncia circostanziata della vittima e del proprio genitore, sintomatica di una rinnovata fiducia nelle forze di polizia e nella magistratura da parte della popolazione, che comincia a raccogliere l’appello a denunciare e a schierarsi nella lotta per affermare la legalità, lanciato con decisione dal procuratore di Vibo, Camillo Falvo, già all’atto del suo insediamento, avvenuto alla vigilia della storica operazione Rinascita-Scott.

La provincia di Vibo come il Far west: colpi di pistola contro un bulgaro

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