La Corte di Appello di Catanzaro, condividendo le argomentazioni formulate dagli avvocati Francesco Capria e Guido Contestabile, ha dichiarato non punibile, dall’accusa di favoreggiamento personale, De Certo Giuseppe, di Nicotera. L’accoglimento da parte della Corte di Appello è avvenuto a seguito dell’annullamento, da parte della Corte di Cassazione, di una precedente sentenza, emessa dalla prima sezione della Corte di Appello di Catanzaro, che aveva condannato il De Certo a otto mesi di reclusione.
La sparatoria del 2016
La sparatoria del 2016
Il procedimento penale scaturiva dalla sparatoria del 19 agosto 2016 costata il ferimento alle gambe di Marisa Putortì che veniva colpita da alcuni colpi di fucile esplosi dal fratello, Demetrio Putortì, dinanzi al bar dove la ragazza lavorava. Il De Certo era stato coinvolto nel processo in quanto, nel corso delle indagini per accertare chi avesse fornito l’arma a Putortì, si era scoperto che la sera precedente al fatto lo stesso aveva cenato con De Certo. Convocato dai carabinieri, De Certo aveva assunto un atteggiamento giudicato dagli investigatori come reticente, in particolare aveva negato “qualsiasi elemento conoscitivo circa i fatti d’indagine”, aveva riferito di una “conoscenza del tutto superficiale con Putortì Giulio” (zio dell’autore del reato ed assolto già in primo grado); inoltre, mentre si trovava all’interno della stazione carabinieri, Di Certo aveva cercato di istruire Giulio Putortì, pure convocato all’uopo, sulle risposte da fornire a chi lo avrebbe interrogato.
Annullata la condanna a otto mesi di reclusione
Con sentenza del 20 settembre 2017 il Tribunale di Vibo Valentia, con rito abbreviato, aveva condannato Demetrio Putortì alla pena di 10 anni e 4 mesi di reclusione per il tentato omicidio della sorella Marisa, oltre che per connesso reato di porto in luogo pubblico di arma comune da sparo. Con la stessa sentenza, il Tribunale aveva condannato anche Giuseppe De Certo alla pena di 8 mesi per il reato di favoreggiamento personale commesso in relazione ai delitti per cui era stato condannato Putortì. Il 12 luglio 2021 la Corte d’Appello di Catanzaro confermava la sentenza di primo grado.
La Suprema Corte di Cassazione in tema di responsabilità confermava il verdetto di colpevolezza per Putortì ma annullava con rinvio limitatamente alla recidiva e per Giuseppe De Certo l’annullamento con rinvio riguardava la causa di non punibilità che derivava dal doversi tutelare da una possibile accusa di coinvolgimento nel tentato omicidio. All’esito dell’odierna udienza in accoglimento dei rilievi difensivi Putortì Demetrio è stato condannato, per effetto dell’ esclusione della recidiva, alla pena di anni 9 e 8 mesi di reclusione, De Certo Giuseppe veniva dichiarato non punibile in relazione al reato ascrittogli per la sussistenza della causa di non punibilità di cui all’ art. 384 c.p.-