Stabilizzazione dei precari, i lavoratori della sanità chiedono certezze al commissario Longo

Proroga dei contratti e stabilizzazione del precariato. Sono queste le principali richieste al commissario alla Sanità, Guido Longo, del sindacato Usb. Questa mattina sindacalisti e lavoratori del comparto sanitario si sono riuniti per una manifestazione di protesta davanti alla Cittadella regionale: “Siamo a fianco dei lavoratori della sanità, lavoratori del precariato storico e del personale entrato in servizio durante l’emergenza Covid. Come sindacato vogliamo i loro interessi, riteniamo infatti inaccettabile che un solo lavoratore, che ha prestato servizio durante la pandemia, possa essere in scadenza, la stabilità dei lavoratori si trasforma automaticamente in stabilità per i pazienti. La retorica degli eroi che i media ci hanno propinato durante il lockdown risulta essere ipocrita davanti a contratti precari e addirittura al pericolo della perdita del posto di lavoro e sembra ormai un ricordo lontano. Così come fatto finora, per il personale stabilizzato durante l’ultimo anno, continueremo la mobilitazione fino a quando un solo lavoratore si trovi in una situazione di precarietà”.

Richieste precise al commissario

Richieste precise al commissario

In un documento in 26 punti l’Usb chiede: la riapertura dei 18 ospedali chiusi “senza campanilismi per garantire  salute e cura ai calabresi”; il pagamento del debito della sanità ma non a carico dei calabresi; una medicina territoriale efficiente a partire dai piccoli ambulatori per una rete capace di soddisfare la domanda; assicurare i Lea, livelli essenziali di assistenza; assunzioni di medici e infermieri adeguati alla domanda; abbattimento delle liste di attesa e potenziamento delle visite specialistiche per evitare la migrazione sanitaria; aumento dei posti letto sia per terapia intensiva che per rianimazione così come per i ricoveri ordinari, visto il taglio del 40% dei posti e il 18% del personale negli ultimi anni. Questi i punti più importanti ma l’Usb chiede tanto altro. “Non abbiamo certezze sul domani – protestano i lavoratori – Il nostro contratto scade a gennaio prossimo, ma in quest’ultimo anno abbiamo lavorato in situazione di pericolo con la pandemia in corso. Vogliamo essere stabilizzati”. (d.r.)

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