di Mimmo Famularo – Trenta anni di reclusione. E’ la condanna che la procura generale ha chiesto nei confronti di Pasquale Pititto, il presunto capo dell’omonimo clan di San Giovanni di Mileto, imputato dinnanzi alla Corte d’appello di Catanzaro nell’ambito del processo scaturito dall’operazione antidroga denominata “Stammer” con la quale la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha smantellato un presunto cartello vibonese dedito al narcotraffico internazionale. Secondo il pool di magistrati guidati da Nicola Gratteri al vertice ci sarebbe stato proprio lui, il boss finito sulla sedia a rotelle per via di un agguato subito negli anni ’90 nel corso di una cruenta faida con il clan rivale. Per gli inquirenti Pititto sarebbe il finanziatore e l’organizzatore di un vasto traffico di droga sull’asse Colombia-Italia. Accuse però che erano crollate in primo grado tant’è che il Tribunale collegiale di Vibo presieduto da Tiziana Macrì lo aveva assolto.
Le altre richieste
Le altre richieste
Una sentenza appellata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che nell’udienza di oggi ha chiesto la condanna per altri quattro imputati assolti in primo grado. Oltre ai 30 anni di reclusione per Pasquale Pititto, sono stati invocati 15 anni di reclusione per Ernesto Oliva di Terranova di Sibari; 10 anni per Antonio Prostamo di San Giovanni di Mileto; 7 anni per Giuseppe Careri di Lamezia Terme e Mario Calesse di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Rideterminate altre due pene che riguardano Pasquale Grillo di San Calogero e Fortunato Lo Schiavo di San Giovanni di Mileto per i quali sono stati chiesti sei mesi in continuazione alla condanna emessa in primo grado: 14 anni e 6 mesi per il primo e 15 anni per il secondo.
Le condanne in primo grado da confermare
Per gli altri otto imputati è stata invece invocata la conferma delle condanne sentenziate dal Tribunale collegiale di Vibo nel giugno del 2020: per Antonio Massimiliano Varone di Mileto, Massimo Pannaci di Vibo e Antonio Grillo di San Calogero 16 anni di reclusione; per Giuseppe Grillo di San Calogero, Rocco Iannello di Mileto e Osvaldo Edmingo Mena Nunez di Milano è stata chiesta la condanna a 15 anni; per Salvatore Paladino di Rosarno a cinque anni e quattro mesi e per Franco Greco di Marcedusa a un anno. Altri 35 imputati sono stati giudicati con il rito abbreviato e questo filone si è concluso in appello con condanne per oltre 200 anni di carcere.
Il collegio difensivo
Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati: Diego Brancia, Michelangelo Miceli, Giuseppe Di Renzo, Vittoria Platì, Tommaso Zavaglia, Giovanni Vecchio, Mario Santambrogio, Leopoldo Marchese, Massimo Grondona, Franz Caruso, Giovanni Marafioti, Francesco Sabatino, Pietro Pitari e Gregorio Viscomi. Le discussioni delle difese inizieranno dalla prossima udienza in programma il 17 novembre. La sentenza è prevista per il prossimo 15 dicembre.