Stangata alla “Malapianta” del Crotonese, la Dda chiede 59 condanne (NOMI)

di Gabriella Passariello – Cinquantanove condanne e 4 assoluzioni sono stati chiesti dai pm della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio ed Antonio De Bernardo nei confronti di sessantatrè imputati, giudicati con rito abbreviato nell’ambito della duplice inchiesta Malapianta, scattata a maggio 2019 in esecuzione di 35 provvedimenti di fermo e Infectio, un blitz che ha portato a 23 misure cautelari nel dicembre 2019. Indagini che hanno svelato gli affari delle cosche di ‘ndrangheta Mannolo, Zoffreo e Trapasso di San Leonardo di Cutro (Crotone) e la loro proiezione in territorio umbro, dove, attraverso stabili collegamenti con la casa madre, avevano impiantato un lucroso traffico di stupefacenti, anche con la complicità di trafficanti albanesi. Le cosche, secondo le ipotesi di accusa, hanno minato, con attività estorsive, la libera concorrenza nella esecuzione di lavori edili, nonché attivandosi a favore di soggetti candidati alle elezioni amministrative locali. L’inquinamento del tessuto economico (da qui il nome dell’operazione infectio) da parte dei criminali è avvenuto attraverso società, spesso intestate a prestanome o soggetti inesistenti, in grado di offrire prodotti illeciti. In particolare i pubblici ministeri hanno invocato davanti al gup distrettuale pene comprese dai 20 ai sei mesi di carcere per quasi 700 anni complessivi di reclusione.

Le richieste di pena per 59 imputati

Le richieste di pena per 59 imputati

I pubblici ministeri hanno invocato per  Giuseppe Affatato, 6 anni e 30mila euro di multa; Sherif Arapi, 14 anni; Antonio Barbaro, 16 anni di reclusione; Domenico Basile, 12 anni di reclusione; Antonio Bevilacqua, 16 anni di reclusione; Leonardo Bevilacqua, 16 anni di reclusione; Ilirjan Kali, 14 anni di reclusione; Alessandro Caputo, 14 anni di reclusione; Assunta Cardillo, 4 anni e mille euro di multa; Giacinto Castagnino, 16 anni di reclusione; Concetta Cirillo, 4 anni di reclusione e 8mila euro di multa; Fabrizio Conti, 14 anni di reclusione; Antonio Costantino, 6 anni di reclusione e 40mila euro di multa; Giuseppe Costantino, 6 anni di reclusione e 30mila euro di multa; Salvatore Crugliano, 6 anni e 30mila euro di multa; Mario Cutrì, 16 anni di reclusione; Mario De Bonis, 10 anni di reclusione; Bassirou Diakhate, 4 anni, 8 mesi di reclusione e 10mila euro di multa;  Mario Falcone, 8 anni e 10mila euro d multa; Sandro Forin, 6 anni di reclusione e 12mila euro di multa; Florin Dumetru Gavitescu, 6 anni e 30mila euro di multa; Ambra Germini, 6 anni e 12mila euro di multa; Pasquale Gentile, 18 anni di reclusione; Antonio Iannone, 6 anni di reclusione; Caterina Iannone, 6 anni di reclusione; Francesco Lobello, 14 anni di reclusione; Cosimo Manetta, 16 anni di reclusione; Daniela Mannolo, 6 anni di reclusione e 10mila di multa; Dante Mannolo,(52enne) 12 anni di reclusione; Dante Mannolo,(41enne) 6 anni e 10mila di multa; Giuseppe Mannolo, 18 anni di reclusione; Fabio Mannolo, 6 anni, 10mila di multa; Lucia Mannolo, 6 mesi di reclusione; Mario Mannolo, 20 anni di reclusione; Pasquale Mannolo, 16 anni di reclusione; Vincenzo Antonio Mazzeo, 14 anni di reclusione; Antonio Mercurio, 8 anni e 10mila di multa; Walter Nardoni, 8 anni e 14mila euro di multa; Elio Passalacqua, 16 anni di reclusione; Francesco Passalacqua, 14 anni di reclusione; Leonardo Passalacqua, 16 anni di reclusione; Luigi Pignanelli, 14 anni di reclusione; Alessandro Perini, 16 anni di reclusione; Nicola Perri, 14 anni di reclusione; Antonio Procopio, 14 anni di reclusione; Francesco Procopio,12 anni di reclusione; Gregorio Procopio, 14 anni di reclusione; Luigi Raso, 14 anni di reclusione; Emiliano Regni, 14 anni di reclusione; Domenico Ribecco, 12 anni di reclusione; Francesco Ribecco, 14 anni di reclusione; Natale Ribecco, 18 anni di reclusione; Piero Scerbo, 20 anni di reclusione; Pietruccia Scerbo, 6 anni, 6 mesi e 10mila euro di multa; Roberto Taverna, 14 anni di reclusione; Francesco Valentini, 14 anni di reclusione; Olindo Verrico, 2 anni e 8 mesi; Fiore Zoffreo, 20 anni di reclusione e Leonardo Zoffreo, 20 anni di reclusione.

Chieste 4 assoluzioni

I pubblici ministeri della Dda di Catanzaro hanno, invece invocato l’assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di Antonio Caterisano, Rosina Levato e Antonella Passalacqua, mentre per Sauro Passeri è stata chiesta l’assoluzione, ma con la formula perché il fatto non costituisce reato.

La richiesta delle parti civili

L’avvocato Michele Gigliotti, che rappresenta le parti civili Giovanni Notarianni, testimone di giustizia, sotto scorta dal luglio 2019 e la società alberghi del Mediterraneo srl, che gestisce il resort Porto Kaleo a Marinella di Cutro, ha chiesto al giudice di liquidare in sentenza il danno patito dalle stesse parti civili per un ammontare pari a 8milioni di euro, oppure una provvisionale congrua al danno subito.Si ritornerà in aula il prossimo 21 ottobre.

I reati contestati

Associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, minacce, violenza privata, ma anche associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi in danno del sistema bancario, sono i reati da cui si dovranno difendere gli imputati difesi, tra gli altri, dai legali Vincenzo Cicino,  Paolo Carnuccio, Elisabetta Gualtieri, Antonio Cozza, Mario Nigro, Mario Prato, Luigi Falcone, Giuseppe Fonte, Pietro Funaro, Giovanni Scarpino, Tiziana Paletta, Francesco Calabrò, Domenico Russo, Pietro Pitari, Salvatore Iannone, Daniele Pinto, Maria Claudia Conidi, Francesco Gambardella, Giuseppe Bagnato, Lucio Canzoniere, Gregorio Viscomi.

La Malapianta e gli imprenditori vessati

Dall’attività investigativa si è accertato che, oltre al dominio incontrastato del traffico di droga fra le province di Crotone e Catanzaro e l’usura praticata nei confronti di diversi imprenditori anche nel nord Italia, la “locale di San Leonardo di Cutro” da anni  avrebbe esercitato la sua criminale influenza sulla gestione dei villaggi turistici nel territorio sottoposto al suo controllo, attraverso una costante vessazione posta in essere con l’imposizione di proventi estorsivi, di assunzioni di lavoratori vicini alla consorteria ‘ndranghetista nonché di fornitori di beni e servizi anch’essi graditi alle cosche annullando, di fatto, ogni forma di libero mercato e di concorrenza. Gli enormi proventi illeciti venivano riciclati anche mediante investimenti nei settori della ristorazione, dell’edilizia e delle stazioni di rifornimento carburante. La cosca San Leonardese avrebbe agito in rapporti di dipendenza funzionale con la cosca Grande Aracri, egemone sulla provincia.

Il timore del clan verso collaboratori e Dda di Catanzaro

Le indagini hanno consentito di comprendere come il capocosca di San Leonardo, Alfonso Mannolo, e i suoi sodali avessero timore sia delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che dei magistrati inquirenti di Catanzaro.

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
Sul posto il personale medico del 118 ed i carabinieri per i rilievi del caso, assieme a squadre dell'Anas
Le osservazioni in vista della conferenza di impatto ambientale
L'aspirante primo cittadino parla anche delle "condizioni disagevoli per l’erogazione delle prestazioni" e del "sovraccarico di lavoro"
Il più grande festival della regione, dall’anima itinerante e dal respiro internazionale, sarà inaugurato lunedì 15 aprile
Intanto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è in contatto con i prefetti delle città italiane
L'uomo non ha saputo specificare la provenienza del denaro che per gli investigatori sarebbe frutto di illeciti
Un evento che ha riunito i congregari presenti, finalizzato all’approvazione dei documenti contabili dell'associazione
Romano Bucci: "Si è trattato di uno scontro di gioco su un cross, uno dei due ragazzi intervenuti ha avuto la peggio con un trauma cranico"
Tra le Regioni con performance ‘intermedie’ nella spesa sviluppo software figura anche la Calabria
l'inviato
Sotto osservazione l’impianto consortile di Acquaro, Arena e Dasà da cinque anni fermo e quello di Pizzo che vomita in mare di tutto
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved