Convention Lega, Invernizzi: Non veniamo dalla montagna con la piena. Guai a chi compra pacchetti di tessere

di Danilo Colacino – La Lega celebra la sua festa, facendo una grande scommessa: portare circa mille persone in centro a Catanzaro nel cuore del pomeriggio di domenica 23 giugno con quasi 36 gradi. Bene per il Carroccio, il riscontro c’è. Eccome. Ma del resto, direbbe forse qualcuno con Ennio Flaiano, che ‘l’Italia (e il capoluogo calabro stavolta non fa eccezione) è un Paese sempre pronto a correre in soccorso del vincitore’. Comunque sia, ad aprire la convention è il commissario straordinario Cristian Invernizzi che avvisa: “Non mi scrivete su Whatsapp e Messenger per darmi la disponibilità di candidatura alle regionali. È il modo peggiore per proporsi, anzi si ha la certezza di essere esclusi. A Salvini non interessa infatti piazzare la bandierina della Calabria, vuole semmai finalmente veder anche qui una Sanità degna di un Paese civile o un reddito pro capite che consenta peraltro ai giovani migliori di restare invece di tentare fortuna altrove. A riguardo basti pensare al netto calo sotto il profilo della popolazione da 2 milioni a 1 milione e ottocentomila”.

Il one man show di Invernizzi. Quello di Inverizzi è una sorta di ‘one man show’. Il giovane componente dell’assemblea di Montecitorio ha infatti dettato le regole del perfetto leghista, anche in Calabria e prima precisa: “Qualcuno ha affermato che non avevamo diritto di cittadinanza in Calabria, ma erano solo quei 20-30-40 che hanno contestato il nostro leader Matteo Salvini quando è venuto a tenere il comizio a Catanzaro a inizio maggio. A giudicare dalle percentuali ottenute, direi tuttavia che è il contrario. In regione abbiamo fatto il pieno di voti essendo i primi a Vibo ad esempio. Merito di chi ha lavorato sul territorio, ma anche demerito di quanti hanno fallito in anni e anni di malgoverno. Sono felice di essere un leghista impegnato qui, perché finora lo avevo fatto a Bergamo ed è chiaro che è diverso. Le cariche sono azzerate eccetto quelle istituzionali. Tutti zitti e allineati, salvo il sottoscritto che non si crede un re ma ha un incarico assegnato direttamente da Salvini. L’auspicio, però, è di strutturarsi al più presto con delle elezioni interne”.

Il one man show di Invernizzi. Quello di Inverizzi è una sorta di ‘one man show’. Il giovane componente dell’assemblea di Montecitorio ha infatti dettato le regole del perfetto leghista, anche in Calabria e prima precisa: “Qualcuno ha affermato che non avevamo diritto di cittadinanza in Calabria, ma erano solo quei 20-30-40 che hanno contestato il nostro leader Matteo Salvini quando è venuto a tenere il comizio a Catanzaro a inizio maggio. A giudicare dalle percentuali ottenute, direi tuttavia che è il contrario. In regione abbiamo fatto il pieno di voti essendo i primi a Vibo ad esempio. Merito di chi ha lavorato sul territorio, ma anche demerito di quanti hanno fallito in anni e anni di malgoverno. Sono felice di essere un leghista impegnato qui, perché finora lo avevo fatto a Bergamo ed è chiaro che è diverso. Le cariche sono azzerate eccetto quelle istituzionali. Tutti zitti e allineati, salvo il sottoscritto che non si crede un re ma ha un incarico assegnato direttamente da Salvini. L’auspicio, però, è di strutturarsi al più presto con delle elezioni interne”.

La volontà di mantenere il controllo, tenere fuori persone appartenenti a certi ambienti ed evitare l’autoproclamazione di capetti locali, ma anche il chiaro avviso ai naviganti sulle Regionali. La sensazione di una blindatura, che emerge dalle chiare parole di Invernizzi, risente però della peculiare situazione calabrese in cui bisogna stare attenti al rischio di contaminazioni. Almeno è ciò che sembra adombrare Invernizzi, ma subito dopo chiarisce anche: “Nessuno parla a nome della Lega. Noi possiamo andare anche da soli. Sulla situazione di Reggio ho ad esempio parlato a Roma con il collega Francesco Cannizzaro. E il discorso si può allargare pure alla dimensione regionale. Noi finora abbiamo persino disertato le interpartitiche perché attendiamo di ragionare sui programmi. Sbaglia infatti chi dice: abbiamo già deciso candidati e linea, gli altri ci seguano. Così si comincia malissimo”.

Invernizzi illustra nello specifico il progetto leghista. È perentorio Invernizzi, fornendo ogni dettaglio sul cosiddetto progetto: “Il partito sarà diviso in 13 aree territoriali affidate ad altrettanti referenti, coordinatori di zona, che metteranno al centro della loro azione la strutturazione del partito. Io ho fatto politica, contribuendo al raggiungimento di questo obiettivo a livello locale e nazionale ma diventando deputato venti anni dopo. Non si pensi, dunque, ad avere facili trampolini di lancio. Lo ribadisco. Ma preciso anche che ancora non abbiamo fatto nomine. Chi quindi parla per conto mio, mente. Detto ciò, vi informo che la strada sarà sbarrata a gente con un casellario giudiziario immacolato: a chi ci vede ala stregua di un autobus su cui salire; ai collezionisti di tessere di partito e così via mentre verrà aperta alle donne che vorremmo portare in consiglio regionale in cui sono a stento presenti. Si sappia poi che da noi non esistono correnti, c’è un unico leader ed è noto chi sia. Evitate inoltre la corsa sui giornali locali, altro errore capitale per quanti intendono avvicinarsi a noi”.  Invernizzi si sofferma poi sull’uso dei social e sulla sacralità del simbolo. “Nessuno – ammonisce il parlamentare – parla male di un altro militante del Carroccio, attenzione dunque anche all’uso di Whatsapp spesso contenitore di ripicche e frustrazioni personali. Il solo che può autorizzare un’attività della Lega sono io o un mio delegato. A breve apriremo una sede ufficiale della Lega in tutti i capoluoghi. È lì che ci si incontra, luoghi per cui faremo noi i contratti di locazione in modo trasparente e secondo la legge. Aspetto fondamentale resta inoltre, lo ripeto, l’importanza del logo, dato con molta parsimonia”.

Capitolo tessere. Invernizzi apre pure l’ampio capitolo delle tessere: “Chi acquista la tessera non è automaticamente un leghista perché peraltro ce n’è una destinata ai sostenitori e una ai militanti, ma questi ultimi qui non ci sono perché nessuno ha l’anzianità di militanza necessaria per fare congressi. Aggiungo poi che non siamo venuti giù dalla montagna con la piena: non esiste che in una cittadina di 3mila abitanti ci ritroviamo con 2.700 tessere. Chi ne compra pacchetti per fini personali è fuori. E chi è tesserato deve essere pulito, considerato che appena ci accorgiamo del contrario lo sbattiamo fuori. Senza se e senza ma. Saremo ben felici, però, di dare tempo e modo agli attivisti della regione di strutturare il partito. A qualcuno di loro, dopo trasparenti elezioni interne, affideremo la guida della Lega calabrese, anche perché io non voglio fare carriera politica qui. Anzi, tutt’altro, aspirando a tornare nel mio territorio”.

Lo spazio alla lunga serie di interventi del pubblico. Lunga fase finale aperta agli interventi del numeroso pubblico presente con tanta gente interessata a iniziare un nuovo percorso politico e forse molti altri probabilmente desiderosi di mettersi in mostra. Fra quanti hanno preso la parola c’è stato pure chi si è piccato per la faccenda del casellario giudiziario, affermando “qui siamo tutte persone oneste. Calabresi perbene, insomma”. Ma fra gli intervenuti ci sono ance il rappresentante del gruppo consiliare leghista a Rosarno Giacomo Saccomanno; Ulderico Nisticò di Soverato: Nino Campo, che si definisce leghista esterno ed ha avviato un comitato spontaneo per il Nobel a Salvini; Lorenzo Speziali, tesserando Lega che solleva un vespaio con la proposta della figura di un mediatore culturale, e persino il simpatizzante cosentino che riflette ad alta voce sul fatto se Invernizzi sia un capo o un leader?

Il bilancio finale della manifestazione. Tanta, anzi tantissima davvero, la gente accorsa all’incontro indetto dalla Lega. Molti a caccia di una casa politica in cui trovare ospitalità, altri convinti probabilmente che il centrodestra italiano e calabrese ha bisogno di una ventata di novità di un partito che insomma dia le risposte attese. Staremo a vedere, però, cosa accadrà dopo il pieno di voti fatto alle Europee, già con il banco di prova delle ormai imminenti Regionali.

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