Dalla documentazione dei Servizi e degli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati relativa alla proposta di legge costituzionale per la riduzione dei numeri dei parlamentari emerge un grave “danno” per la Calabria. Con questa riforma la Calabria avrà una riduzione del 40% (al Senato) a fronte di una riduzione media del 36,5%.

La proposta dello scorso ottobre è relativa alla riduzione del numero dei parlamentari. Il testo della proposta di legge costituzionale prevede la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e la riduzione del numero dei senatori elettivi da 315 a 200.

La legge costituzionale sul taglio dei parlamentari ha ottenuto alla Camera il via libera con una riduzione in di 345 seggi. Questo taglio decorrerà dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della riforma. Saranno necessarie quattro letture parlamentari (una doppia lettura conforme di Camera e Senato).   A seguito della riforma, il numero degli abitanti per deputato aumenta da 96.006 a 151.210. Il numero di abitanti per ciascun senatore cresce da 188.424 a 302.420. Questo comporterà la necessità di ridisegnare i collegi con un’altra legge.  Con questa riforma la Calabria avrà una riduzione del 40% (al Senato) a fronte di una riduzione media del 36,5%. In sostanza le riduzioni più piccole vedranno una riduzione più forte toccando punte del 57%. La Calabria potrebbe avere solo 6 senatori e 13 deputati dalla prossima legislatura a fronte di un totale di 30 parlamentari che oggi sono presenti a Roma in rappresentanza della nostra regione e dei calabresi.

L’approvazione del taglio del numero dei parlamentari è stato molto criticato da diversi esperti e giuristi, poiché diminuendo la rappresentanza degli elettori, rende i gruppi parlamentari più piccoli e facilmente controllabili da leader e segretari, e più in generale rischierebbe di allontanare ulteriormente l’elettorato dalla politica.

Tra Camera e Senato però i risparmi sarebbero 81,6 milioni di euro ogni anno. Questa stima tuttavia è da considerarsi leggermente imprecisa, perché non tiene conto dei possibili risparmi che avrebbero le due Camere per il semplice fatto di dover ospitare 345 persone in meno.

Con l’approvazione della Camera avvenuta ad ottobre manca solamente il referendum confermativo, in cui i cittadini saranno chiamati (senza quorum) ad approvare o respingere la modifica costituzionale.

Alcuni senatori stanno lavorando per posticipare l’implementazione della norma, dall’altro in parlamento la maggioranza ha raggiunto l’accordo sui correttivi alla riforma. Alla base dell’ok del centrosinistra alla riduzione del numero di parlamentare c’era infatti la comune volontà con il Movimento 5 stelle di presentare delle proposte per modificare alcuni elementi che a causa del testo costituzionale approvato richiedevano un ulteriore intervento normativo. Tre gli aspetti su cui si è sviluppata la discussione in parlamento: Ddl con i correttivi alla riforma costituzionale Segui l’iter del testo; l’abbassamento a 25 anni dell’elettorato passivo e a 18 di quello attivo per il senato; il superamento della base regionale per l’elezione del senato, in favore di una base circoscrizionale; la riduzione da 3 a 2 i delegati regionali che partecipano all’elezione del Presidente della Repubblica. (c.m.)