Tre mesi dopo il naufragio di Cutro la procura di Crotone muove un primo passo significativo per l’inchiesta sulle eventuali responsabilità nei mancati soccorsi. Gli indagati al momento sono tre: Alberto Lippolis, 48 anni, tenente colonnello e comandante del Roan (Reparto operativo aeronavale) della Guardia di finanza di Vibo Valentia, Antonino Lopresti, 52 anni, luogotenente dello stesso reparto, e Nicolino Vardaro, 49 anni, sempre delle Fiamme gialle e in servizio come comandante del Gruppo aeronavale di Taranto. Ai tre militari è stato notificato il decreto di perquisizione emesso dalla Procura. Lo stesso provvedimento, inoltre, è stato notificato ad altre tre persone i cui nomi, però, sono stati omissati.
Le indicazioni sui primi indagati emergono dal decreto che ha disposto le perquisizioni eseguite oggi. Sono state sei, in altrettante sedi della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. Inizialmente si era parlato di operazioni anche nelle sedi di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che però fronti della procura nel pomeriggio hanno smentito. Le stanno seguendo i carabinieri del Reparto operativo di Crotone che, da quanto si apprende, procedono secondo il capo di imputazione di omicidio colposo come conseguenza di altro reato. Il possibile altro reato, in questo caso, non può che essere omissione di soccorso.
Le indicazioni sui primi indagati emergono dal decreto che ha disposto le perquisizioni eseguite oggi. Sono state sei, in altrettante sedi della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. Inizialmente si era parlato di operazioni anche nelle sedi di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che però fronti della procura nel pomeriggio hanno smentito. Le stanno seguendo i carabinieri del Reparto operativo di Crotone che, da quanto si apprende, procedono secondo il capo di imputazione di omicidio colposo come conseguenza di altro reato. Il possibile altro reato, in questo caso, non può che essere omissione di soccorso.
La telefonata nel decreto di perquisizione
“Rilevato che nella telefonata intercorsa alle ore 23:49 tra l’operatore del Roan della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e il capo turno della sala operativa della Guardia Costiera, registrata sul server del Mrsc di Reggio Calabria, l’operatore del Roan, su indicazione dell’Otc di turno, notiziava l’operatore della CP dell’impego della “vedetta 5006”; in tale conversazione l’operatore della CP riferiva che, sebbene in quel momento non era presente alcuna loro imbarcazione in mare, avrebbe potuto allertare una unità dispiegata presso l’Ucg di Crotone o, in alternativa, presso l’Ucg di Roccella Ionica, ricevendo rassicurazioni da parte dell’operatore della Guardia di Finanza; rilevato che, nonostante quanto riferito alla sala operativa della CP e attestato dall’Otc di turno “dall’annotazione redatta del comandante della vedetta ‘V.5006’, emergeva che la predetta imbarcazione, in quei momenti, lungi dall’essere in navigazione alla ricerca del target, si trovava, in realtà, all’interno del porto di Crotone”.
È uno dei passaggi principali del decreto di perquisizione personale, locale, informatica e contestuale sequestro disposto dalla procura di Crotone nell’ambito dell’indagine sul naufragio del caicco a Cutro avvenuto nella notte fra il 25 e 26 febbraio scorso che è costato la vita a 94 persone (una trentina i dispersi).
Le anomalie nel giornale di bordo della motovedetta
“Le modalità di redazione del “Giornale di Chiesuola” inducono a ritenere che le circostanze presenti alle pagine 37, 38, 39 e 40, verificatesi in momenti antecedenti al disastro, quindi in una situazione non di emergenza, siano state annotate successivamente ai fatti”, scrive poi il procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia nel decreto, riferendosi alle annotazioni sul giornale di bordo della motovedetta V50006 della Gdf. Il documento, infatti, rilevano i pm, “risulta composto di n. 6 (sei) facciate e presenta delle significative anomalie atteso che i fogli non presentano numerazione progressiva”.
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