“Speriamo sia l’ultima. Devono vedere il governo cosa fare. Siamo qui perché è una tragedia immane che non può colpirci. Siamo stati fortunati a nascere qui”. Sono due signore crotonesi le prime ad entrare nella camera ardente per le vittime del naufragio di Cutro allestita al PalaMilone di Crotone. Lacrime agli occhi ancora prima di entrare. C’è già tanta gente, che arriva da tutta la Calabria, che va a rendere omaggio alle bare, per ora 66, poste sul parquet del Palazzetto dello Sport. La camera ardente è stata aperta dalla preghiera interreligiosa guidata da iman di moschea di Cutro, Mustafa Achik, e dal vescovo di Crotone, Angelo Raffaele Panzetta. Presenti tutti i 27 sindaci del Crotonese e gli amministratori locali. Un momento intenso in cui non sono mancate scene di commozione.
Il comandante della Capitaneria di porto di Crotone: “Sono provato”
Il comandante della Capitaneria di porto di Crotone: “Sono provato”
“Non so se sia stato aperto un fascicolo per omissione di soccorso. Bisognerebbe chiederlo al procuratore della Repubblica di Crotone”. Lo ha detto il comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi. “Adesso c’è una intricata ricostruzione dei fatti da fare, noi come Guardia costiera siamo strumento della magistratura, quando ci chiameranno riferiremo all’autorità giudiziaria la nostra versione dei fatti”, ha aggiunto. Aloi ha quindi detto di essere amareggiato: “Ne puoi salvare centomila ma poi un solo bambino o una famiglia che non riesci a salvare ti fa sembrare inutile il tuo lavoro. Crediamo di aver far operato anche in questo caso secondo le regole d’ingaggio. Sono provato da questa vicenda ma professionalmente mi sento a posto”.