Straticò: “Votare Sandro Principe è scelta giusta, opportuna ed etica”

“Leggo con soddisfazione che gli spunti offerti in ordine alla opportunità di votare Sandro Principe anche quale scelta etica, suscitano interesse. Devo però constatare una sostanziale lontananza tra certe teoriche enunciazioni di adesione e la mancanza di consequenzialità” afferma il vicepresidente del Forum Riformista Avv. Francesca Straticò“. Partiamo dal fatto che proprio principi di ordine etico impongono l’utilizzo di una dialettica pertinente che, pur quando è nettamente di parte, non dovrebbe perdere il necessario carattere di adeguata compostezza e dovrebbe essere espressione di opinioni e di pensiero e non dispensatrice di confutabile e gratuita invettiva.

Attraverso un comunicato stampa, privo di specifica paternità e genericamente attribuito ad una lista” continua la Straticò “si asserisce: che io abbia una scarsa conoscenza di Rende, che gli anni della amministrazione Principe sarebbero stati deleteri per Rende, che l’ultimo quinquennio, invece, avrebbe visto a Rende una netta crescita economica ed un generale sviluppo ed, infine, che le mie affermazioni, circa la eticità del voto a sostegno di Sandro Principe siano connotate da pressapochismo. Procedendo con ordine: 1. Chi asserisce che io avrei una scarsa conoscenza di Rende ignora la decorrenza, la intensità, le ragioni e le motivazioni del mio legame con Rende, dimostrando una pericolosa disponibilità all’utilizzo di forme di preconcetto e pregiudizio, senza preoccuparsi di verificarle;

Attraverso un comunicato stampa, privo di specifica paternità e genericamente attribuito ad una lista” continua la Straticò “si asserisce: che io abbia una scarsa conoscenza di Rende, che gli anni della amministrazione Principe sarebbero stati deleteri per Rende, che l’ultimo quinquennio, invece, avrebbe visto a Rende una netta crescita economica ed un generale sviluppo ed, infine, che le mie affermazioni, circa la eticità del voto a sostegno di Sandro Principe siano connotate da pressapochismo. Procedendo con ordine: 1. Chi asserisce che io avrei una scarsa conoscenza di Rende ignora la decorrenza, la intensità, le ragioni e le motivazioni del mio legame con Rende, dimostrando una pericolosa disponibilità all’utilizzo di forme di preconcetto e pregiudizio, senza preoccuparsi di verificarle;

2. Gli anni durante i quali Rende ha goduto dell’amministrazione di Sandro Principe, al netto di ogni partigiana considerazione, sono stati – oggettivamente – quelli nei quali la città ha avuto una costante crescita economica, demografica, urbanistica, culturale ed il migliore indice di qualità di vita, con un considerevole aumento del reddito pro-capite, in quegli anni, inoltre, sono state ideate, progettate ed in gran parte realizzate tutte le principali opere pubbliche che qualificano Rende come città all’avanguardia, non solo nel panorama locale quanto in quello nazionale e, finanche, in quello europeo;

3. Il supposto e vantato, esito positivo dell’amministrazione uscente , quello, cioè che ha originato il mantra recitato sino al 26 maggio, secondo il quale avrebbe dovuto esserci una schiacciante vittoria al primo turno, risulta, dati numerici alla mano, non essere evidente non solo a me ma ad oltre due terzi e, dunque, alla stragrande maggioranza dell’elettorato rendese;

4. Il palese livore con il quale si diffondono mere asserzioni ed opinioni di parte, invero, più affini al pettegolezzo che al linguaggio ed alle argomentazioni politiche, appaiono essere dichiarative di una certa insicurezza e di qualche malcelato timore poco sintonico con l’intento di dimostrare sicurezza al quale il comunicato appariva diretto;

5. Il pressapochismo è, di fatto, maggiormente riferibile a coloro che necessitano di disambiguazione dell’etica politica, che la riducono a concetto esile e basico senza ispirarsi a riflessioni un po’ più profonde e senza, evidentemente, sentire il bisogno si confrontarsi con pensiero quale quello di Hanna Arendt sulla deriva semantica dell’etica, o prendere spunto da quello di Lorella Cedroni sulla democrazia vilipesa, pressapochismo è non riflettere sulle sollecitazioni al concetto di etica proposto da Michel Foucault nel saggio sul governo di sé e degli altri, è non avere memoria della “parresia” e del rapporto tra i poteri e la virtù etica della verità, e soprattutto è sfuggire o negare lo stimolo di Alexandre Koyrè alla valutazione del percorso che conduce, proprio, dal mondo del pressappoco all’universo della precisione ed al suo stretto legame con la dicotomia del mondo chiuso dell’opinione e, l’infinito universo del pensiero.

Il pressapochismo, dunque, è in coloro i quali pensano di poter derivare convincimento da interpretazioni settaria, ed è in coloro i quali, con la protervia di certe infelici esternazioni, mirano a screditare e finiscono , invece, per tradire e rivelare qualche insicurezza di troppo ed una certa difficoltà a gestirla Nel costante esercizio del rispetto che ci appartiene” continua la Straticò “non rivolgiamo e non rivolgeremmo mai, a chicchessia, espressioni quali “ si faccia raccontare” e ci spiace molto se, in compagini diverse dalla nostra, c’è qualcuno che si fa istruire o imbeccare; per quel che mi riguarda , è una espressione che mi fa sorridere, consapevole del fatto che,il mio notorio brutto carattere, mi rende, certamente, immune dal rischio di indottrinamento.

Tra i riformisti vige collaborazione, condivisione ma anche assoluta indipendenza di pensiero e di giudizio , ciò che ci unisce è la comunione di ideali e la disponibilità a perseguirli con determinazione, senza mezze misure , rischiando in prima persona -firmando i comunicati stampa- e mettendoci la faccia. Detto ciò” conclude il vicepresidente del Forum Riformista Avv. Francesca Straticò ” dichiariamo ampia disponibilità a qualunque confronto che abbia la dignità del confronto politico e ribadiamo che la nostra scelta etica è Sandro Principe. Lo è perché condividiamo che l’etica politica è competenza , lo è perché niente racconta di uomo, più di quanto non faccia la sua storia, e perché niente racconta cosa un uomo sia capace di realizzare più di quanto non faccia ciò che ha già realizzato e lo è, infine, perché riteniamo che, nei giochi leali, la verità dei fatti e della storia è sempre vittoriosa sull’arroganza del potere, delle azioni , delle espressioni e del pensiero.

Redazione Calabria 7

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