di Carmen Mirarchi
Evento a dir poco meraviglioso quello che si è tenuto ieri sera a Catanzaro presso il Teatro Politeama . “Winston vs Churchill”, questo il nome dello spettacolo , ha visto protagonista uno strepitoso Giuseppe Battiston, capace di lasciare tutti senza fiato.
Evento a dir poco meraviglioso quello che si è tenuto ieri sera a Catanzaro presso il Teatro Politeama . “Winston vs Churchill”, questo il nome dello spettacolo , ha visto protagonista uno strepitoso Giuseppe Battiston, capace di lasciare tutti senza fiato.
La rappresentazione di Carlo G. Gabardini e con Maria Roveran, ci racconta l’essenza di un uomo che ha stravolto il mondo. Cosa ha reso Churchill un uomo capace di cambiare il corso della storia, di intervenire sul fluire degli eventi modificandoli? Cosa gli permette di non soccombere agli ingranaggi? Forse il suo modo intenso di leggere a realtà ed il suo coraggio?
Giuseppe Battiston interpreta magistralmente la forza intellettuale del grande statista.
L’ attore ieri sera è stato capace di indagare il mistero dell’uomo attraverso la magia del teatro, senza mai perdere il potente senso dell’ironia. Lo forza dell’interpretazione di Battiston è stata unica, capace di portare tutti indietro nella storia ma ha regalato agli spettatori anche la possibilità di guardare al futuro.
E’ necessario riflettere sull’ Europa, su ruolo che ha nel pianeta il nostro continente. Questo uno dei messaggi dell’opera andata in scena ieri sera. Vizi e virtù di uomo che ha cambiato la storia del mondo intero. Uno statista è sempre un uomo in fondo, come tutti ha subito le cattiverie della vita. Il suicido della figlia, il senso di colpa per i morti in guerre da lui fortemente volute. Mostri che lo cercano ogni notte. Ma Churchill anche al termine della sua vita dimostra di avere carattere ed un piglio che Battiston ha portato in scena mettendoci davvero uno stile inconfondibile.
“Meglio fare le notizie che riceverle, meglio essere un attore che un critico.” Di tutto questo parla il testo di Carlo G. Gabardini, che mostra Churchill in un presente onirico in cui l’intera sua esistenza è compresente e finisce per parlare a noi e di noi oggi con una precisione disarmante.