“Abbiamo appreso che qualche società calcistica a seguito del nostro comunicato si sia offesa e si sia sentita toccata nell’animo per il proprio blasone ma, il nostro intento, non era quello di offendere la storia e l’immagine di questa società, non ne avremmo motivo di farlo. Il nostro motivo di uscire pubblicamente su una vicenda che da mesi sta continuando a rimandare è esclusivamente quello di fare luce su una storia che ha molte cose non chiare. Non un inizio di una guerra fra poveri, ma un atto verso l’Amministrazione comunale per far sì che la vicenda venga chiarita. Questa struttura non poteva essere messa a bando”. Questa la nota stampa a firma della società sportiva Asd Siano.
“Ribadiamo – si legge nel comunicato – che andremo avanti a portare la nostra tesi nelle sedi opportune, che sicuramente dovrà portare dei risvolti. Inoltre faremo anche noi una precisazione, che magari in molti non sanno, allegando foto che sono già state protocollate all’Amministrazione, per far capire lo stato in cui si trova ad oggi la struttura che non ha mai avuto la manutenzione necessaria per far sì che non finisse ridotta in questo stato, priva di ogni forma di sicurezza, igiene e agibilità. L’Asd Siano – conclude la nota della società sportiva – sta solo chiedendo di tornare ad operare nella struttura del proprio quartiere. Ci sembra più che sacrosanto chiederlo a gran voce… e lo faremo. È facile essere buoni, difficile è essere giusti”.
“Ribadiamo – si legge nel comunicato – che andremo avanti a portare la nostra tesi nelle sedi opportune, che sicuramente dovrà portare dei risvolti. Inoltre faremo anche noi una precisazione, che magari in molti non sanno, allegando foto che sono già state protocollate all’Amministrazione, per far capire lo stato in cui si trova ad oggi la struttura che non ha mai avuto la manutenzione necessaria per far sì che non finisse ridotta in questo stato, priva di ogni forma di sicurezza, igiene e agibilità. L’Asd Siano – conclude la nota della società sportiva – sta solo chiedendo di tornare ad operare nella struttura del proprio quartiere. Ci sembra più che sacrosanto chiederlo a gran voce… e lo faremo. È facile essere buoni, difficile è essere giusti”.