Di Carmen Mirarchi
“Tagli consistenti per le strutture accreditate della sanità calabrese temendo conto che nello stesso capitolo di bilancio sono stati inseriti gli APA/PAC, per le strutture accreditate il taglio è intorno ai 23 milioni di euro.
“Tagli consistenti per le strutture accreditate della sanità calabrese temendo conto che nello stesso capitolo di bilancio sono stati inseriti gli APA/PAC, per le strutture accreditate il taglio è intorno ai 23 milioni di euro.
Questo significa meno prestazioni per le popolazioni” ha detto Edoardo Macino, Presidente Anisap regione Calabria, presente questa mattina in Cittadella regionale ad un incontro interlocutorio per la costituzione di una Commissione che dovrà confrontarsi con il Commissario Cotticelli.
“Se i tagli ci saranno non sarà possibile soddisfare i bisogni della popolazione stessa e non saranno garantiti i livelli essenziali di assistenza. I tagli riguardano le strutture accreditate di tutta la regione. In particolare quelle aziende sanitarie delle province che non sono in grado di soddisfare i fabbisogni. Questo significa che dove le strutture pubbliche non possono erogare un servizio il cittadino non potendosi recare presso una struttura accreditata (senza budget per tagli) dovrebbe pagare di tasca propria da un privato. Taglio del budget significa far pagare ai cittadini le prestazioni” ha aggiunto Macino. “Fatto grave perché la nuova finanziaria nazionale prevederebbe un aumento delle risorse non un taglio.
Si dovrebbe dunque tornare per le strutture accreditate al 2011 senza il taglio del 2%. Invece è stato stabilito un taglio di 23 milioni” “Quando si parla di tagli di conseguenza si parla di tagli di posto di lavoro. Vogliamo parlare dei tagli e del perché non sono state mantenute le promesse fatte da Cotticelli e Belcastro. Il decreto – ha precisato -non doveva essere emesso prima di stabilire i fabbisogni ed invece è stato fatto male ed in fretta. Sembra un copia incolla di decreti di altre Regioni non tenendo conto dell’organizzazione in Calabria, ad esempio dei laboratori. Il decreto va rivisto perché così è difficilmente applicabile ” ha concluso Macino.