“Io c’ero nel 72, ci sono stato nelle lotte per la democrazia contro il fascismo, contro le brigate rosse, contro tutte le mafie, ma abbiamo bisogno di riprendere l’economia”. Lo ha affermato il segretario generale confederale della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando coi giornalisti durante il corteo della manifestazione nazionale dei sindacati a Reggio Calabria. “Cristo si è fermato ad Eboli e l’alta velocità a Salerno – ha aggiunto Barbagallo -; questo dà la dimensione di come il Mezzogiorno sia ancora abbandonato.
Bisogna fare investimenti pubblici e privati per rilanciare l’economia e fare le infrastrutture. Basterebbe mettere in sicurezza il territorio per avere prospettive di rilancio, purtroppo invece dobbiamo piangere sempre morti sul lavoro per la scarsa capacità di dare sicurezza al lavoro e dobbiamo avere sempre una prospettiva sbagliata non utilizzando le risorse economiche europee che non spendiamo fino in fondo”.
Bisogna fare investimenti pubblici e privati per rilanciare l’economia e fare le infrastrutture. Basterebbe mettere in sicurezza il territorio per avere prospettive di rilancio, purtroppo invece dobbiamo piangere sempre morti sul lavoro per la scarsa capacità di dare sicurezza al lavoro e dobbiamo avere sempre una prospettiva sbagliata non utilizzando le risorse economiche europee che non spendiamo fino in fondo”.
Sull’Unione Europea, aggiunge Barbagallo: “Quelle regole sono sbagliate, ma non le possiamo modificare dichiarando guerra a tutta l’Europa. Dobbiamo modificarle rilanciando l’idea del sindacato che è contro l’austerità e per fare in modo che ci siano gli investimenti che ci permettano di andare avanti. “Noi siamo qui per affermare questo e a quelli che ci dicono ‘dove eravate quando in Parlamento fanno le porcate’, noi continueremo a essere in piazza con i pensionati e con i giovani. Oggi, il reddito dei meridionali è esattamente la metà di quello del Nord, il debito pubblico dovrebbe essere uguale, fatemi capire come faremo a pagare questo debito pubblico se il Mezzogiorno non dà una mano al rilancio economico del Paese. Non avremo possibilità”.
“Dobbiamo ripartire così come facevamo prima con le società di mutuo soccorso: essere più vicini ai più deboli. In questo Paese i più deboli sono aumentati e allora noi dobbiamo sentire la responsabilità di lottare per loro. “Qualcuno – ha aggiunto spiegando la scelta del capoluogo calabrese – quando l’abbiamo proposto pensava è difficile arrivarci’, ma è proprio perché è difficile arrivarci che dobbiamo esserci”.
Redazione Calabria 7