Svimez allerta: “Rischi di nuova povertà al Sud, servono misure contro il caro energia”

Secondo l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, va assicurata continuità alle misure contro il caro energia
povertà famiglie

La situazione delle regioni meridionali impone una duplice sfida alle politiche nazionali: rafforzare gli interventi contro il caro prezzi e rilanciare gli investimenti e le politiche industriali. E’ la conclusione a cui giunge il Rapporto Svimez, presentato alla Camera dei Deputati. Secondo l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, va assicurata continuità alle misure contro il caro energia: per mitigare l’impatto sui bilanci di famiglie, soprattutto le più fragili per le quali i rischi di una nuova povertà energetica sono più concreti; a favore delle imprese, per salvaguardarne l’operatività, rinnovando lo sforzo profuso durante l’emergenza Covid. Dall’altro, è essenziale accelerare sul fronte delle misure di rilancio degli investimenti pubblici e privati dando priorità alla politica industriale attiva per ampliare e ammodernare la base produttiva soprattutto meridionale, condizione imprescindibile per la creazione di buona occupazione. “Mettere in sicurezza l’attuazione del Pnrr – sostiene Svimez – è cruciale: consolidandone la finalità di coesione economica, sociale e territoriale; potenziando le misure di accompagnamento degli Enti territoriali nella realizzazione delle opere; rafforzando il coordinamento del Piano con la politica di coesione europea e nazionale e con la politica ordinaria”.

Il rapporto Svimez

Il rapporto Svimez

“Il Rapporto sottolinea poi l’esigenza di un migliore coordinamento e sinergia tra la politica di coesione, comunitaria e nazionale, e il PNRR e la necessità che siano messe a sistema in una visione organica e unitaria le reciproche azioni. Inoltre – sottolinea Svimez – la politica industriale è chiamata ad ampliare il suo campo d’azione: non solo promuovere la concorrenza e stabilire regole per il corretto funzionamento dei mercati, ma compiere anche scelte sull’allocazione delle risorse per conseguire obiettivi strategici, in un’ottica unitaria che tenga conto della necessità di superare i gap territoriali: accrescimento delle dimensioni di impresa, apertura internazionale, rafforzamento delle filiere, sostegno alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, sviluppo di prodotti e tecnologie green, digitalizzazione. “Nonostante gli obiettivi chiari – si legge nel rapporto – ci troviamo ancora in un quadro di politica industriale complessivamente poco incisivo e alquanto frammentato nel quale manca una strategia che guidi il nostro Paese verso l’individuazione di obiettivi e aree tecnologiche e produttive prioritarie. La debole selettività di buona parte delle misure di politica industriale rappresenta una delle cause delle difficoltà dell’Italia a superare i divari produttivi con gli altri paesi europei e del Mezzogiorno a superare quelli con il Centro-Nord”.

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