Riportiamo qui di seguito la lettera aperta di Pileria Pellegrino, un’insegnante dell’IIS ITE “Cosentino” -IPAA “Todaro” di Rende, sezione carceraria presso casa circondariale “Sergio Cosami” di Cosenza.
“Terminate le prove per l’esame di maturità per gli allievi dell’IIS ITE “Cosentino”- IPAA “Todaro” di Rende, sezione carceraria presso casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza . Dopo le due prove scritte i candidati hanno affrontato anche il colloquio. Tra le novità dell’orale quest’anno il fatto che la commissione ha predisposto un numero di buste con i materiali di avvio del colloquio pari al numero dei candidati aumentato almeno di due unità, in modo da assicurare anche all’ultimo candidato di esercitare la facoltà di scelta fra tre buste; e che i materiali delle buste già scelte dai candidati non potevano essere riproposti in successivi colloqui.Tanta l’emozione ma brillanti le prove offerte dai maturandi. Gli alunni coinvolti negli esami di maturità sono detenuti del regime di Media Sicurezza che – per diversi anni – hanno frequentato le lezioni curricolari impartite presso l’istituto di pena dove stanno scontando la loro condanna definitiva. Si tratta di un traguardo importante al quale essi giungono, perseverando in un impegno che, sicuramente, è stato dimostrazione di una recuperata volontà di mettersi alla prova e di una dignità riscoperta nell’impegno quotidiano e nel rispetto delle regole. La Direzione della Casa Circondariale ha offerto sempre un fondamentale supporto collaborativo all’attività della scuola, nonostante le complesse vicende organizzative che caratterizzano la vita carceraria.Purtroppo la nota dolente dopo il raggiungimento del successo educativo per i maturandi di quest’anno, è che un provvedimento dell’ATP del mese scorso – basato esclusivamente su fattori economici – ha tagliato le classi delle sedi carcerarie e serali, sopprimendole e lasciandone ancora in vita solo qualcuna terminale. Se ciò è stato consono secondo i criteri finanziari, con mercificazione anche dell’istruzione; chiaramente non lo è stato secondo i risvolti sociali, professionali ed umani che, a cascata, ha interessato. La manovra ha dimostrato chiaramente una scarsissima, se non inesistente, attenzione verso il mondo dell’istruzione per gli adulti che è stata frutto di dure battaglie politiche e sociali, e vanta oltre un secolo di storia in Italia. Ma questo provvedimento oltre a privare i docenti della propria titolarità, quindi a spostarsi forzatamente in altre realtà scolastiche, ha leso alcuni diritti sanciti dalla Costituzione: “La Repubblica …garantisce i diritti inviolabili dell’uomo… nelle formazioni sociali (il carcere) ove si svolge la sua personalità” (art. 2) ; “La scuola è aperta a tutti” (art. 34); “Tutti … hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzioni di … condizioni personali …” (di detenuto) (art. 3); “la finalità della pena (art. 27 Cost.) è rappresentata dalla “rieducazione del condannato” e che per l’Ordinamento penitenziario (L. 354/’75) il primo elemento del “trattamento rieducativo” è l’istruzione. Tutte le scuole superiori carcerarie della provincia cosentina sono interessate: Cosenza, Castrovillari, Paola, Rossano, alcune di esse hanno visto annientata completamente i loro corsi. “La persona detenuta dunque, è titolare di diritti inalienabili”, ma così di fatto non è perché non verrà permesso a quanti già hanno iniziato un percorso formativo di continuarlo o terminarlo, negando loro un diritto che gli era già stato concesso. Un paradosso. Il mondo della scuola, l’associazionismo, la politica, gli enti locali, possono rimanere inermi e accontentare i professori con soluzioni di fortuna a danno di chi, con sacrificio, il giorno lavora e nel pomeriggio va a sedersi tra i banchi di scuola per conseguire il diploma, o di chi, recluso, ha come unica possibilità di rieducarsi e di reinserirsi in società la possibilità di apprendere e di riscegliersi?”
“Terminate le prove per l’esame di maturità per gli allievi dell’IIS ITE “Cosentino”- IPAA “Todaro” di Rende, sezione carceraria presso casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza . Dopo le due prove scritte i candidati hanno affrontato anche il colloquio. Tra le novità dell’orale quest’anno il fatto che la commissione ha predisposto un numero di buste con i materiali di avvio del colloquio pari al numero dei candidati aumentato almeno di due unità, in modo da assicurare anche all’ultimo candidato di esercitare la facoltà di scelta fra tre buste; e che i materiali delle buste già scelte dai candidati non potevano essere riproposti in successivi colloqui.Tanta l’emozione ma brillanti le prove offerte dai maturandi. Gli alunni coinvolti negli esami di maturità sono detenuti del regime di Media Sicurezza che – per diversi anni – hanno frequentato le lezioni curricolari impartite presso l’istituto di pena dove stanno scontando la loro condanna definitiva. Si tratta di un traguardo importante al quale essi giungono, perseverando in un impegno che, sicuramente, è stato dimostrazione di una recuperata volontà di mettersi alla prova e di una dignità riscoperta nell’impegno quotidiano e nel rispetto delle regole. La Direzione della Casa Circondariale ha offerto sempre un fondamentale supporto collaborativo all’attività della scuola, nonostante le complesse vicende organizzative che caratterizzano la vita carceraria.Purtroppo la nota dolente dopo il raggiungimento del successo educativo per i maturandi di quest’anno, è che un provvedimento dell’ATP del mese scorso – basato esclusivamente su fattori economici – ha tagliato le classi delle sedi carcerarie e serali, sopprimendole e lasciandone ancora in vita solo qualcuna terminale. Se ciò è stato consono secondo i criteri finanziari, con mercificazione anche dell’istruzione; chiaramente non lo è stato secondo i risvolti sociali, professionali ed umani che, a cascata, ha interessato. La manovra ha dimostrato chiaramente una scarsissima, se non inesistente, attenzione verso il mondo dell’istruzione per gli adulti che è stata frutto di dure battaglie politiche e sociali, e vanta oltre un secolo di storia in Italia. Ma questo provvedimento oltre a privare i docenti della propria titolarità, quindi a spostarsi forzatamente in altre realtà scolastiche, ha leso alcuni diritti sanciti dalla Costituzione: “La Repubblica …garantisce i diritti inviolabili dell’uomo… nelle formazioni sociali (il carcere) ove si svolge la sua personalità” (art. 2) ; “La scuola è aperta a tutti” (art. 34); “Tutti … hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzioni di … condizioni personali …” (di detenuto) (art. 3); “la finalità della pena (art. 27 Cost.) è rappresentata dalla “rieducazione del condannato” e che per l’Ordinamento penitenziario (L. 354/’75) il primo elemento del “trattamento rieducativo” è l’istruzione. Tutte le scuole superiori carcerarie della provincia cosentina sono interessate: Cosenza, Castrovillari, Paola, Rossano, alcune di esse hanno visto annientata completamente i loro corsi. “La persona detenuta dunque, è titolare di diritti inalienabili”, ma così di fatto non è perché non verrà permesso a quanti già hanno iniziato un percorso formativo di continuarlo o terminarlo, negando loro un diritto che gli era già stato concesso. Un paradosso. Il mondo della scuola, l’associazionismo, la politica, gli enti locali, possono rimanere inermi e accontentare i professori con soluzioni di fortuna a danno di chi, con sacrificio, il giorno lavora e nel pomeriggio va a sedersi tra i banchi di scuola per conseguire il diploma, o di chi, recluso, ha come unica possibilità di rieducarsi e di reinserirsi in società la possibilità di apprendere e di riscegliersi?”
Pileria Pellegrino