Talerico fa ricorso contro Comito: “Inquinato il risultato elettorale”

L’avvocato catanzarese si rivolge al Tribunale per ottenere il seggio del medico vibonese. Chiedendo anche il pagamento degli stipendi arretrati da consigliere regionale
consiglio regionale

Dopo la diffida alla Giunta delle elezioni del consiglio regionale, Antonello Talerico compie il passo successivo e si rivolge al Tribunale chiedendo di accertare la presunta ineleggibilità di Michele Comito e dunque di dichiararne la decadenza subentrando così al suo posto a Palazzo Campanella. Talerico, presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, è il primo dei non eletti nella lista di Forza Italia Centro e contesta a Comito, medico in servizio a Vibo, di essere ineleggibile in relazione agli incarichi ricoperti nella sua Asp di appartenza.

I motivi del ricorso

I motivi del ricorso

Comito, si legge nel ricorso di Talerico, assistito dagli avvocati Luisa e Anselmo Torchia e Jole Le Pera, “è (ed era) Direttore della Struttura Organizzativa Complessa (S.O.C.) di Cardiologia – Utic dell’Ospedale Civile Jazzolino di Vibo Valentia, nonché era (ed è) Direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza e Accettazione (E.U.A.) dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia e, in tale qualità, anche componente del Collegio di Direzione”. Quest’ultimo “è organo apicale che si affianca al Direttore Generale nella gestione dell’Azienda Sanitaria” e il 26 agosto Comito, “nella sua veste di dirigente medico/primario aveva avanzato domanda di aspettativa”, mentre “non risulta che lo stesso abbia presentato altra richiesta di aspettativa o dimissioni per l’incarico di direttore dipartimentale rivestito nell’ASP di Vibo Valentia”, incarico che secondo Talerico “avrebbe richiesto le dimissioni e non la semplice messa in aspettativa”. In ogni caso Talerico rileva che Comito l’8 settembre 2021 ha sottoscritta una determina avente ad oggetto “Emergenza cov-20 liquidazione esecuzione tamponi molecolari e antigenici effettuate al 31/12/2020” confermando secondo il ricorrente “di non essere andato neanche in aspettativa”.

Il quadro normativo

Oltre alla legge 154/1981 Talerico cita sia la Corte Costituzionale che la Corte di Cassazione “più
volte intervenute sulla materia, partendo dal principio generale che l’eleggibilità è la regola e l’ineleggibilità è l’eccezione e che le norme che derogano o comunque comprimono il diritto all’elettorato passivo sono di stretta interpretazione, hanno tuttavia affermato che tali norme ‘possono essere interpretate nel rispetto del canone della ragionevolezza in senso
“estensivo” rispetto alla mera littera legis”. Comito insomma “riveste un ruolo apicale” nell’Asp di Vibo che “dipende dalla Regione” e quindi, secondo il ricorrente, va applicata la norma per cui sono ineleggibili alla carica di consigliere regionale “gli amministratori ed i dipendenti con funzioni di rappresentanza o con poteri di organizzazione o coordinamento del personale di istituto, consorzio o azienda dipendente rispettivamente dalla Regione, Provincia o Comune”.

Il mandato di pagamento che “inquinerebbe” il risultato elettorale

La determina sottoscritta “in piena campagna elettorale” costituisce poi secondo Talerico “una incontrovertibile situazione di turbativa della par condicio elettorale, non foss’altro perché la forza captativa del voto in concreto esercitata dal Comito è stata certamente maggiore ed amplificata rispetto a quella degli altri candidati”. Tale affermazione sarebbe “ulteriormente rafforzata dalla natura dell’atto amministrativo sottoscritto dal Comito”, ovvero un mandato di pagamento da 12mila euro che secondo il ricorrente “costituisce un provvedimento idoneo ad alterare il libero convincimento elettorale di chi ha ricevuto un vantaggio ampliativo della propria sfera giuridica, verosimilmente risentendo in atto o anche solo in potenza degli effetti giuridici dello stesso”. Ne sarebbe derivato un “innegabile ‘inquinamento’ del risultato elettorale a causa dell’esercizio di quelle funzioni particolarmente esponenziali violando di tale guisa la ratio della norma, che è quella di prevenire un’incidenza sulla libertà di voto e di salvaguardare le condizioni di parità dei candidati nella competizione elettorale”.

Gli stipendi arretrati

Oltre a chiedere di accertare l’ineleggibilità di Comito e di disporre la surroga al suo posto,
Talerico chiede al Tribunale anche di disporre in suo favore “il pagamento degli arretrati delle indennità e spettanze dovute per la carica di Consigliere, a decorrere dal mese di ottobre 2021 e sino al suo insediamento effettivo, avendone diritto in virtù della illegittima proclamazione del consigliere eletto Michele Comito”.

s. pel.

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