Tari non versata per 500mila euro, la Vibonese riparte dalla D ma rischia il fallimento

Caffo lancia l'allarme: "Sono somme sproporzionate rispetto all’effettivo utilizzo della struttura (aperta al massimo 19 giorni l’anno) Così si rischia il default"
US Vibonese

La US Vibonese rischia il fallimento. Il Comune avanza infatti dalla società calcistica che milita nel campionato di Serie D quasi 500mila euro di Tari non pagata. A lanciare l’allarme è il presidente rossoblu: il noto imprenditore Pippo Caffo, patron dell’omonimo stabilimento di liquori con sede a Limbadi, e da anni al timone della società il quale chiede un incontro urgente al sindaco di Vibo e minaccia di ritirare la squadra dal torneo o emigrare in altri lidi. “Tali somme, altamente sproporzionate rispetto all’effettivo utilizzo della struttura (aperta al massimo 19 giorni l’anno) saranno probabile futura causa di fallimento della Us Vibonese, dopo 94 anni di attività”, ha tuonato Caffo; il mancato pagamento della Tari per un periodo compreso tra il 2014 e il 2021 ha fatto lievitare la cifra che ad oggi si attesta sui 482mila euro, aggiornata proprio pochi giorni fa con l’arrivo dell’ultima cartella esattoriale da 28mila euro. Il massimo dirigente rossoblu, non ha quindi nascosto il proprio rammarico nel contestare il metodo e la forma applicate nell’imposizione della Tari allo Stadio (Tribuna-gradinata) da parte degli uffici comunali preposti, “senza logica e in spregio della legge istitutiva della stessa, che mirava all’effettiva tassazione delle aree produttrici di rifiuti e nei tempi e giorni di produzione degli stessi”.

La ricostruzione

La ricostruzione

Facendo una breve cronistoria, Caffo ricorda che «da sempre abbiamo regolarmente pagato la bolletta Tari» aggiungendo che alla fine del 2019 l’ufficio Tributi del Comune ha notificato alla Vibonese l’avviso di “Accertamento di omessa/infedele presentazione della denuncia relativa alla tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani” con riferimento retroattivo a partire dell’anno 2014. Lo stadio Comunale di Vibo Valentia, ha aggiunto il patron, è sempre lo stesso dal 2003 in avanti (dalla ristrutturazione) ed il Comune, Ente impositore, “mai aveva preteso tassare le tribune anche per la ridotta apertura delle stesse (al massimo 19 giorni per l’anno solare); mai, prima di quella data del 2019 eravamo stati informati che la predetta struttura (al pari di ufficio e spogliatoio) potesse incorrere ad una assurda tassazione per circa 40.000 euro annue che sommate a presunte infedeli dichiarazioni, addizionali, sanzioni ed interessi raggiungevano la modica cifra di circa 63.000 euro”.

Il presidente della società calcistica ha quindi riferito di essersi subito recato presso gli Uffici Comunali alla presenza del sindaco, del vice, dell’assessore ai Lavori pubblici e del responsabile dell’ufficio Tributi per chiedere l’annullamento di tale atto, l’emissione di una eventuale nuova cartella per i giorni di effettivo utilizzo dell’impianto (tassazione giornaliera, con impegno dalla controparte di revisionare e rivedere il dovuto, alla luce di quanto asserito dalla Vibonese e di un eventuale riscontro in merito).

Richiesta “inevasa”

Ma quella richiesta è rimasta «inevasa», e da qui la comunicazione al Presidente del Consiglio comunale, a tutti i consiglieri ed al responsabile dell’Ufficio Tributi, ma anche in questa circostanza l’esito è stato il medesimo fino al 24 maggio scorso. Il giorno successivo la beffa: la società ha infatti ricevuto dall’Agenzia delle entrate, per conto del Comune di Vibo, una cartella di pagamento per 362.789,39 euro per la Tari degli anni 2014-15-16-17-18 e il successivo 1 giugno una seconda per lo stesso tributo relativo al 2019-20-21 per un totale di 91.123,55 euro, per un totale di 453.912,84 euro. Ma la beffa è anche doppia perché pochi giorni dopo è arrivata un’ulteriore cartella di pagamento Tari per l’anno 2022 (solamente per il 75% quale acconto), per 28.249,64 euro.

“Tali somme, altamente sproporzionate rispetto all’effettivo utilizzo della struttura (aperta al massimo 19 giorni l’anno) saranno probabile Futura causa di fallimento della Us Vibonese, dopo 94 anni di attività», ha tuonato Pippo Caffo ricordando di essersi, in passato, premurato di trasmettere, tramite l’assessore allo Sport, copia delle tariffe applicate nel capoluogo di regione, Catanzaro, con tassazione giornaliera e area tribuna per 3.200 mq, mentre l’ufficio Tributi di Vibo ha accertato che la «nostra area tassabile è di mq. 8.500 e i giorni tassabili 365 (intero anno)”.

“Disponibili a pagare il giusto”

Il presidente rossoblu ha chiesto quindi al sindaco Limardo di “far ragionare i funzionari dell’Ufficio Tributi e interessare il Consiglio comunale”, annunciando che la società ed il suo amministratore pro-tempore sono “disponibili a pagare il giusto ed a rincontrarci ancora una volta per dirimere la materia del contendere e trovare una soluzione equa. In caso contrario, vi sarà la consegna delle chiavi della struttura stessa e il ritiro della squadra dalle competizioni sportive nazionali, con la perdita del titolo sportivo acquisito negli anni, o saremo costretti a trovare ospitalità presso una struttura adeguata, e a norma, fuori provincia”.

Togliendosi, poi, qualche sassolino dalla scarpa, Caffo ha ricordato che tutte le spese straordinarie dal 2014 ad oggi, sono state sostenute dalla Vibonese Calcio stante “il notorio stato di dissesto del Comune” e che le spese (illuminazione, videosorveglianza, tribune stampa ed altro) sono “lievitate a 572mila euro a fronte dei 365mila del 2019” e infine che sono state “saldate tutte le spese del canone di gestione dell’impianto per un totale di 45mila euro, con l’ultima che avverrà a giorni”. (f.p.)

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