Terrorismo, 23enne arrestato in Italia: “Pronto a morire per la razza bianca”

Dall'ordinanza emerge che il 23enne usava lo pseudonimo 'Ropewaffen Division' e postava contenuti di carattere antisemita e di matrice nazista, con minacce alla senatrice Liliana Segre
terrorismo

Un 23enne di Sammichele di Bari, incensurato, è stato arrestato questa mattina dalla Digos con l’accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale di matrice neonazista, suprematismo bianco e antisemita, e di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Secondo quanto si legge nell’ordinanza di arresto, Luigi Antonio Pennelli apparterrebbe all’organizzazione terroristica suprematista statunitense ‘The Base’ ed era pronto al sacrificio estremo per ‘la difesa della razza bianca’ e a compiere imprecisate azioni violente. Il giovane dichiarava nei messaggi di aver diverse armi, tra cui due carabine, una pistola a pallini, una balestra, mazze da baseball, alcune delle quali sono state sequestrate. Inoltre, riporta l’ordinanza, nei suoi messaggi riferiva di ”essere pratico nella realizzazione di ghost gun / zip ed intenderebbe prossimamente acquistare una stampante polimerica (3D) con l’intento di autoprodurre armi in assoluta privacy”.

Secondo quanto si legge nell’ordinanza di arresto, Luigi Antonio Pennelli apparterrebbe all’organizzazione terroristica suprematista statunitense ‘The Base’ ed era pronto al sacrificio estremo per ‘la difesa della razza bianca’ e a compiere imprecisate azioni violente. Il giovane dichiarava nei messaggi di aver diverse armi, tra cui due carabine, una pistola a pallini, una balestra, mazze da baseball, alcune delle quali sono state sequestrate. Inoltre, riporta l’ordinanza, nei suoi messaggi riferiva di ”essere pratico nella realizzazione di ghost gun / zip ed intenderebbe prossimamente acquistare una stampante polimerica (3D) con l’intento di autoprodurre armi in assoluta privacy”.

Contenuti antisemiti, misogini e neonazisti

Secondo l’Adnkronos, il giovane – che utilizzava il canale ‘Sieg Heil’ per promuovere contenuti antisemiti, misogini e di matrice neonazisti – è ritenuto capace “di aggirare i controlli delle Autorità” e di non lasciare traccia sul web mediante “azioni di bonifica, sapientemente reiterate in brevi lassi temporali dall’indagato”. Per questo si è resa necessaria la custodia cautelare in carcere. Infatti “i dispositivi archiviati presentano una singolare frammentarietà nei contenuti archiviati”, continua l’ordinanza. L’abilità dimostrata nell’utilizzo dei social affida l’indagato “ad una impunità assoluta, attesa la possibilità di eliminare in ogni momento e in pochi istanti ogni traccia della illiceità delle sue azioni, anche nel tempo intercorrente tra la prima percezione dell’incombere del controllo della polizia giudiziaria e l’avvio del medesimo”. Per queste ragioni, prosegue il gip, “il giudizio di pericolosità non può che essere massimo”.

Minacce a Liliana Segre

Dall’ordinanza emerge anche che il 23enne usava lo pseudonimo ‘Ropewaffen Division’ e nel canale riservato ‘Sieg Heil’ di Telegram, a cui si accedeva solo su invito dei promotori, postava contenuti di carattere antisemita e di matrice nazista, con minacce alla senatrice a vita a Liliana Segre e contro gli immigrati. Il giovane era ”solito postare messaggi di incitamento alla causa perorata dal gruppo – si legge nell’ordinanza – anche mediante la condivisione di foto e video in uno dei quali verrebbero rivolte anche minacce di morte alla senatrice Liliana Segre”. Sempre nelle messaggerie clandestine aveva avviato la stesura di un manifesto dal titolo ”Fiume di sangue: il culto della razza all’ombra del Kali Yuga”. Tale riferimento era rivolto anche agli immigrati che sbarcano a Lampedusa e arrivano in Italia.

Le indagini

Le indagini sono partite nel 2021 dalla Digos della Questura di Bari e dal Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Ucigos – nell’ambito del monitoraggio di ambienti virtuali suprematisti e di estrema destra, collegati appunto al canale ‘Sieg Heil’. Grazie a intercettazioni ambientali e analisi telematica dei device sequestrati nel corso di perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione dell’indagato, le indagini hanno consentito di documentare l’appartenenza del ragazzo all’organizzazione terroristica suprematista statunitense ‘The Base’.

Emersa la volontà di procurarsi armi

L’analisi dei supporti informatici ha evidenziato, inoltre, spiega una nota, riferimenti alla volontà di procurarsi armi, nonché la capacità di costruire ‘ghost gun’ da realizzare in prospettiva attraverso l’acquisto di una stampante 3D. L’indagine ha permesso di interrompere l’azione criminale del giovane suprematista radicalizzatosi attraverso il web, entrato in contatto con il leader dell’organizzazione terroristica ‘The Base’, che, considerandolo parte del disegno terroristico collettivo, lo ha indottrinato per diffondere valori, schemi ed obiettivi del sodalizio anche in Italia ed affinché lo stesso proseguisse nell’attività di proselitismo sul territorio nazionale.

Pronto al sacrificio estremo ‘a difesa della razza bianca’

Nel corso dell’inchiesta acquisiti solidi riscontri grazie non solo ai servizi tecnici, ma anche attraverso una articolata attività di analisi investigativa della documentazione informatica sequestrata nel corso di una precedente perquisizione svolta presso l’abitazione dell’indagato, resa particolarmente complessa dalle contromisure adottate dal giovane per garantire la “sicurezza” delle proprie comunicazioni. Riscontrato che l’indagato, agendo in Italia come ‘lone wolf’, era pronto al sacrificio estremo ‘a difesa della razza bianca’, presentandosi come unico referente del movimento sul territorio nazionale tanto da indurre gli aspiranti adepti a contattarlo come tale.

Comandante della Base

Aveva costruito la propria identità informatica come ‘Comandante della Base’, primo caso in Italia; diffondeva il materiale propagandistico del gruppo rimodulandolo e traducendolo in lingua italiana e aveva creato un’entità composta da 3-4 membri secondo i dettami del sodalizio organizzandone l’attività sul web e proponendosi in prima persona per l’esecuzione di azioni violente. L’intenzione di costituire una cellula di tale associazione terroristica nel nostro Paese ha trovato conferma nella disponibilità da parte del giovane di armi, sequestrate nel corso della perquisizione domiciliare. Su queste ultime nonché sulle relative custodie rinvenute iscrizioni riportanti caratteri dell’alfabeto runico, tra cui la ‘runa othala’, e i nomi di noti suprematisti responsabili di attacchi terroristici, Traini, Breivik e Tarrant.

Allarmanti sono le ricorrenze, spiegano gli inquirenti, tra questo materiale e quello utilizzato da Payton Gendron, statunitense di 18 anni, autore dell’attentato commesso a Buffalo (Usa) il 14 maggio scorso, quando ha assassinato dieci persone ferendone tre sparando in pieno centro cittadino.

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