Tesoro Calabria contro Caruso: “Fallimentari i primi cento giorni del sindaco di Cosenza”

"Noi di Tesoro Calabria avevamo quanto meno sperato che, dopo il decennio Occhiuto, finalmente la politica potesse dare segnali di rinnovamento"
Tesoro Calabria

“Noi di Tesoro Calabria avevamo quanto meno sperato che, dopo il decennio Occhiuto, finalmente la politica potesse dare segnali di rinnovamento, all’insegna di quella tanto sbandierata discontinuità sulla quale il neoeletto Sindaco ha basato tutta la sua campagna elettorale. Fin dal momento di presentazione delle liste elettorali abbiamo manifestato seri dubbi sul fatto che la compagine a sostegno di Franz Caruso potesse esprimere una reale capacità di rinnovamento e, nonostante le pressioni del locale PD, ci siamo schierati con la candidata Bianca Rende.” E’ quanto si legge in una nota a firma di Rosa Principe, Direttivo Tesoro Calabria.

“Avevamo ragione noi”

“Avevamo ragione noi”

“Ora – scrive ancora -, dopo i primi 100 giorni della nuova amministrazione, possiamo dire che avevamo ragione: indennità aumentate notevolmente, incarichi affidati a familiari di esponenti della Giunta, amministrazione nella sostanza poco attenta ai bisogni dei cittadini. Non si intravede ancora nell’azione del sindaco Caruso l’effettiva volontà di invertire la rotta rispetto al passato. La nomina di Luigi Incarnato a “collaboratore per l’espletamento di attività di supporto alla realizzazione delle linee programmatiche di governo” (di fatto Capogabinetto del sindaco con conseguente gestione delle sue importanti deleghe), padre dell’attuale assessora all’Urbanistica Pina e vecchio falco della politica old style, si muove nel solco trito e ritrito della solita politica stantia.

E suscita più di una perplessità, non tanto sul piano legale, ma su quello del rispetto della morale pubblica, aspetto troppo a lungo dimenticato dalle istituzioni locali. La giustificazione che il signor Incarnato rinuncerà allo stipendio di Capogabinetto ma incasserà comunque i rimborsi relativi alle spese vive per vitto, alloggio, trasporti e acquisto di materiali strettamente necessari allo svolgimento dell’incarico, appare una vera e propria presa in giro”.

“Una scelta inaccettabile”

“Vecchie logiche di potere dei soliti noti…”, si legge nella nota. “La richiesta da parte dei cittadini di scelte di rottura rispetto al passato continua a rimanere inascoltata, mentre la casta perpetua una linea d’azione che punta a fare il proprio interesse e non quello della collettività che rappresenta. In questo senso, ancora più sconcertante appare l’incremento sostanzioso delle indennità degli amministratori, nel caso di sindaco e assessori addirittura raddoppiate.

Una scelta inaccettabile per una città in dissesto, i cui tributi gravano interamente sulle spalle dei cittadini con aliquote massime (se negli altri comuni l’IMU si attesta attorno al 7%, a Cosenza ha raggiunto il 10,6%). L’esempio della prima cittadina di San Marco Argentano e della sua Giunta, che hanno rinunciato all’aumento di stipendio previsto dalla finanziaria del 2022, ci dice che lanciare un segnale di responsabilità e solidarietà all’opinione pubblica è ancora possibile”.

“Pochi fatti e troppe parole”

“Ma a Cosenza – aggiunge Principe – la musica è di tutt’altro tenore. Perché da noi vige la regola del “sacrifici per molti e privilegi per pochi”. Nel frattempo, la condizione del manto stradale ridotto a un colabrodo, l’assenza di manutenzione minima negli spazi verdi di quartiere e di servizi efficienti e, in generale, uno stato di diffuso degrado esteso all’intero perimetro urbano, testimoniano l’assoluta situazione di stallo in cui versa la nostra città, evidenziando la mancanza strutturale di una visione programmatica della cosa pubblica da parte della nuova amministrazione. In questa situazione – conclude la nota – bene hanno fatto Bianca Rende e Francesco Luberto a dissociarsi e a loro va tutta la solidarietà di Tesoro Calabria. Alla fin fine, sparigliate le carte, lo scenario resta sempre lo stesso: quello di una classe politica che fa pochi fatti e troppe parole”.

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