di Antonio Battaglia – William Shakespeare lo ha spiegato bene. Lo ha fatto dire a Prospero, nella prima scena del quarto atto de ‘La tempesta’. “Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni: nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita“. Bene, anche nel calcio funziona così. I tifosi, in quanto umani, hanno bisogno di ‘mercanti di sogni’. E dalle parti di Cosenza non ci si può proprio lamentare.
La scalata di Occhiuzzi
La scalata di Occhiuzzi
La storia di Occhiuzzi nelle vesti di allenatore è una inarrestabile parabola verso l’alto. Quando mesi fa la società silana lo chiamò alla guida della squadra, dopo la decisione di Bepi Pillon di lasciare la Calabria, a molti era sembrato un azzardo, quasi il coronamento di una stagione pressoché fallimentare. La squadra aveva raccolto la miseria di 24 punti in 28 gare, con una media da retrocessione diretta. Tra esoneri e contestazioni, l’intero ambiente sembrava rassegnato al peggio. Poi, il miracolo dell’enfant du pays, nato in Provincia e cresciuto sia come giocatore che come allenatore in rossoblu.
Nelle vesti di psicanalista, il “Principe” di Cetraro ha saputo ristrutturare un’equilibrio e un’identità tattica che sono venuti fuori amabilmente nell’insperata salvezza finale e in questo primo scorcio di campionato. Pressing alto, sfrontatezza, ordine: il Cosenza si rivela una squadra ostica da affrontare grazie ad una mentalità sempre combattiva che riesce a sopperire alle evidenti lacune tecniche. Al cospetto di avversari di caratura superiore quali Spal, Cittadella, Reggina e Lecce, i Lupi cercano sempre il palleggio dimostrandosi un osso duro da mandare giù. Il lavoro puntiglioso di Occhiuzzi ripaga e, dopo due sconfitte contro Chievo e Brescia, arriva la prima pesante vittoria in quel di Frosinone che spazza via qualche malumore della tifoseria.
Al Tardini per sognare
In Serie B ci vuole continuità e allo “Stirpe” il gruppo silano ha certificato di essere nel pieno di un percorso di crescita che alla lunga regalerà grosse soddisfazioni. Squadra corta e pressing asfissiante costano fiato e concentrazione, specie al cospetto di un avversario attrezzato per il salto di categoria. Con questo spirito, il Cosenza si avvicina al prestigioso impegno di domani – calcio d’inizio ore 14:30 – contro il Parma, valido per il quarto turno di Coppa Italia.
Testa e cuore. L’una si esalta se accompagna l’altro e non è un caso che Occhiuzzi abbia scelto di richiamare l’attenzione su questi due concetti nel pre-gara. Avere fiducia nei propri mezzi permette di giocare con serenità e mettere in mostra le proprie qualità. Senza troppi patemi d’animo, i Lupi dovranno affrontare il delicato impegno con l’obiettivo bissare l’exploit di Frosinone: un’impresa, tra l’altro, che consentirebbe ai silani di regalarsi la Lazio agli ottavi e un premio di 300mila euro dalla Lega. Sulla carta una lotta tra Davide e Golia, ma il calcio ha insegnato che nulla può considerarsi impossibile. Non è solo una questione di coraggio o competitività, ma anche di cattiveria. Quell’ingrediente che aiuta a plasmare sogni custoditi da tempo nel cuore. Perché “nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.