The Keys, pusher e baby corrieri della droga nel Catanzarese: chieste 27 condanne (NOMI)

Il pm ha ricostruito gli atti di indagini e i singoli capi di accusa durante la requisitoria durata tre ore. Si ritorna in aula a settembre

di Gabriella Passariello- Oltre tre ore di requisitoria, in cui il magistrato ha ripercorso gli atti di indagine e i singoli capi di accusa per 27 imputati coinvolti nell’inchiesta “The Keys”, scattata il 20 aprile scorso, su Soverato, Guardavalle, Montepaone, Davoli e Catanzaro e che ha portato i carabinieri del Comando provinciale del capoluogo di regione a notificare un’ordinanza di misura cautelare vergata dal gip Alfredo Ferraro nei confronti di ventuno indagati, di cui 11 in carcere e 10 agli arresti domiciliari. Il pm Debora Rizza, nell’aula bunker, ha riferito su una presunta organizzazione criminale dedita alla gestione dell’attività di spaccio di cocaina e marijuana nell’area del basso Ionio-Catanzarese, con proiezioni nella provincia di Reggio Calabria, chiedendo per gli imputati  accusati a vario titolo, di associazione a delinquere dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi clandestine, danneggiamento, con l’aggravante di avere indotto minorenni a commettere i reati, condanne che vanno dai 23 anni ai sei mesi di reclusione.  Il gup  del Tribunale di Catanzaro Maria Cristina Flesca, ha aggiornato l’udienza al prossimo 16 settembre, giorno in cui inizieranno le discussioni dei legali Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Vincenzo Maiolo Staiano, Fabio Tino, Giuseppe Vetrano, Giovanni Merante, Nicola Tavano, Vincenzo Varano, Renzo Andricciola, Vittoria Aversa, Enzo De Caro, Davide De Caro, Vittorio Ranieri, Francesco Maida, Maria Sabrina Apollinaro, Sannia Marino, Domenico Anania, Vittorio Ranieri, Franco e Gregorio Tino e Salvatore Perri.

Le richieste di pena del pubblico ministero

Le richieste di pena del pubblico ministero

Il magistrato ha invocato per Davide Andreacchio, residente a Guardavalle, 6 anni e 8 mesi; Sebastiano Azzolino, residente a Catanzaro, 3 anni, 9 mesi e 12mila euro di multa; Raffaele Campagna, residente a Guardavalle, 14 anni; Rocco Colubriale, di Soverato, 15 anni; Francesco Cosentino, residente a Guardavalle, 12 anni; Shara Cuoci, di Soverato, 13 anni di reclusione; Angelo Gagliardi, detto “U Diavulu”, residente a Guardavalle, 23 anni; Cosimo Gagliardi, di Guardavalle, 13 anni; Raffaella Gagliardi, residente a Guardavalle, 3 anni, 9 mesi di reclusione e millleduecento euro di multa; Domenico Geracitano, di Soverato, 10 anni di reclusione; Mattia Guido, residente a Guardavalle, 6 anni e 8 mesi di reclusione; Anthony Lo Piccolo, residente a Davoli, 5 anni, 8 mesi e 1.800 euro di multa; Giulio Lo Piccolo, residente a Davoli, 5 anni, 8 mesi di reclusione e 1.800 euro di multa; Alessandro Martello, residente a Badolato, 8 Annie mille euro di multa; Marco Maugeri, residente a Catanzaro, 6 anni e 8 mesi di reclusione; Gianluca Menniti, residente a Guardavalle, 12 anni di reclusione; Salvo Gregorio Mirarchi, residente a Montepaone, 16 anni di reclusione; Saverio Mirarchi, residente a Montepaone, 8 anni e 6 mesi di reclusione; Luigi Origlia, residente a Guardavalle, 1 anno e 10 mesi di reclusione; Giuseppe Ranieri, detto siringa di Davoli, 1 anno, 4 mesi e 4mila euro di multa;  Marco Rei, residente a Gasperina, 1 anno, 4 mesi e 4mila euro di multa; Giuseppe Riitano, residente a Guardavalle, 15 anni di reclusione; Fabio Romeo, residente a Soverato, 11 anni e 6 mesi di reclusione; Giuseppe Francesco Russo, residente a Montepaone, 6 anni e 8 mesi di reclusione; Marco Ussia, residente a Guardavalle, 12 anni e 9 mesi di reclusione; Nicola Voci, residente a Montepaone, 12 anni e 9 mesi di reclusione e Vincenzo Voci, 8 anni di reclusione, entrambi residenti a Francoforte.

I collegamenti con la cosca Gallace

L’indagine, avviata nel 2019, ha consentito agli inquirenti di ricostruire anche i collegamenti di alcuni imputati con i vertici della cosca di ‘ndrangheta dei “Gallace”, attiva in provincia di Catanzaro, con proiezioni nel Lazio, in Toscana e in Lombardia, funzionali al rafforzamento della capacità operativa del sodalizio. Un’organizzazione che si sarebbe avvalsa di insospettabili minorenni nei panni di “corrieri” con il compito di trasportare la droga nel Soveratese per distribuirla ai pusher attivi nelle locali piazze di spaccio.

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