Traffico di droga e l’arsenale di armi a Lamezia, 77 imputati a giudizio (NOMI)

In 11 hanno optato per l'abbreviato nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro che a febbraio dello scorso anno ha portato a 23 misure cautelari
catanzaro

di Gabriella Passariello- Vanno a processo 77 dei 90 imputati, che hanno scelto l’ordinaria udienza preliminare, coinvolti nel business della droga con base operativa a Lamezia Terme e luoghi di approvvigionamento nel Vibonese (Mileto) e nel Reggino (Gioia Tauro), nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato a febbraio dello scorso anno gli uomini della Squadra mobile di Catanzaro, diretti dal dirigente Fabio Catalano, di concerto con i colleghi del commissariato di Lamezia, ad eseguire un’ordinanza di misura cautelare vergata dal gip Barbara Saccà nei confronti di 23 persone (LEGGI), accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, diverse ipotesi di cessione di sostanza stupefacenti e detenzione illegali di armi. Undici imputati hanno optato per l’abbreviato, mentre due sono le posizioni stralciate per difetti di notifica: si tratta di Lorenzo Isabella Valenzi alias ‘Giuseppe’, 33 anni, di Lamezia e Angelo Antonio Fazzari, 39 anni, di Cinquefrondi, rispettivamente difesi dai legali Renzo Andricciola e Michele Cerminara. Nei loro confronti l’udienza preliminare proseguirà il prossimo 6 febbraio.

 I nomi dei rinviati a giudizio

 I nomi dei rinviati a giudizio

Il gup Giuseppe De Salvatore ha rinviato a giudizio Gianluca Adone, 49 anni, di Lamezia; Francesco Angotti alias ‘Ciccio’, 60 anni, di Nicastro; Stefano Apa alias ‘Stefano Santori’, 55 anni, di Lamezia; Flavio Bevilacqua, 31 anni, di Lamezia; Sandro Bevilacqua alias ‘Sasà’, 39 anni, di Lamezia; Antonio Bonaddio, 69 anni, di Sambiase; Immacolata Bonali, 28 anni, di Lamezia; Luigi Buccinnà, 47 anni, di Lamezia; Pasquale Buffone, 34 anni, di Lamezia; Felice Cadorna alias ‘Zio Tonino’, 70 anni, di Roma;  Marco Caligiuri, 38 anni, di Lamezia; Pietro Antonio Caruso, 30 anni, di Lamezia; Michele Caruso, 48 anni, di Lamezia; Antonio Cerra, 30 anni, di Lamezia; Davide Cerra, 38 anni, di Lamezia; Marco Antonio Cerra, 41 anni, di Lamezia; Andrea Chirico, 43 anni, di Lamezia; Fernando Cittadino alias ‘Pilusena’, 51 anni, di Lamezia; Alessio Cortese alias ‘Red’, 30 anni, di Lamezia; Bruno Cortese, 28 anni, di Lamezia; Domenico Cracolici alias ‘Mimmo’, 52 anni, di Vibo Valentia; Salvatore Curcio, 55 anni, di Nicastro; Carlo Davoli alias ‘Carletto’,54 anni di Lamezia; Giovanni De Fazio, 24 anni, di Lamezia; Francesco Filippini alias ‘Bazzarino’, 26 anni, di Lamezia; Giacomo Gallo, 39 anni, di Lamezia; Francesco Galluzzi, 31 anni, di Lamezia; Giancarlo Gelsomino alias ‘Carlo’, 50 anni, di Lamezia; Francesco Giampà alias ‘Ciccio il meccanico’, 36 anni; Mario Gigliotti alias ‘Mariuzzu di fronti’, 35 anni, di Soveria Mannelli; Pasquale Gigliotti, 42 anni, di Lamezia; Raffaella Gigliotti, 32 anni, di Lamezia; Erik Grillo, 29 anni, di Bergamo; Hans Georg Holzhausen, 28 anni, di Lamezia; Samuel Iannelli alias ‘Puzzella’, 24 anni, di Soveria Mannelli; Luigi Iannì, 56 anni, di Gioia Tauro; LFabrizio Lezoche, 42 anni, di Lamezia; Mario Maiolo alias ‘conte e foca’, di Gioia Tauro; Mario Marcianò, 24 anni, di Lamezia; Peppino Marrazzo di Sambiase; Peppino Marrazzo, 63 anni, di Lamezia; Giuseppe Massimilla alias ‘Peppe Fezza’, di Lamezia, 43 anni; Maurizio Mazza, 65 anni, di Nicastro; Antonio Mendicino alias ‘Picuni’, 54 anni, di Nicastro; Antonio Mercuri, 34 anni, di Lamezia; Sergio Montuoro, 53 anni, di Lamezia; Fortunato Moretti, 55 anni, di Nicastro; Manuel Motta, 35 anni, di Lamezia; Fabio Murone, 40 anni, di Lamezia; Carmine Vincenzo Notarianni alias ‘Enzariellu’, 65 anni, di Nicastro; Luigi Notarianni alias ‘Pilosci’, 42 anni, di Lamezia; Luigi Notarianni alias ‘Gino’, 69 anni, di Nicastro; Giuseppe Osso alias ‘Pino’, 36 anni, di Cosenza; Redentore Pacienza, 68 anni, di Altomonte; Caterina Pagliuso alias ‘Zia Rina’, 62 anni, di Sambiase; Raffaele Pagliuso, 55 anni, di Sambiase; Gianluca Paradiso alias ‘Pitorro’, 37 anni, Lamezia; Antonio Perri alias ‘Tonino’, 54 anni, di Lamezia; Luciano Pesce, 47 anni, di Caserta; Danilo Pileggi, 39 anni, di Lamezia; Francesco Porco alias ‘Ciccio’, 46 anni, di Cosenza; Iolanda Pulice, 57 anni, di Nicastro; Saverio Pulice, 51 anni, di Lamezia; Fausto Raso, 40 anni, di Lamezia; Giovanni Roberto, 44 anni, di Catanzaro; Davide Saladino, 45 anni, di Lamezia; Giuseppe Saladino alias ‘Peppe’, 38 anni, di Lamezia; Claudio Scardamaglia, 51 anni, di Lamezia; Luigi Simerano, 47 anni, di Cosenza; Claudio Strangis, 31 anni, di Lamezia; Vincenzo Taccone, 64 anni, di Nicotera; Santo Talarico alias ‘Sandrino’, 47 anni, di Lamezia; Pasquale Taverna alias ‘Chirichella’,36 anni, di Lamezia; Angelo Torcasio alias ‘Nello’, 55 anni, Lamezia; Antonio Torcasio alias ‘Gnaffi’, 48 anni, di Lamezia; Eugenio Torcasio, 34 anni, di Lamezia; Ugo Torcasio alias ‘Ughetto’, 66 anni, di Nicastro; Franco Trovato, 47 anni, di Tortona; Valentino Vesci, 44 anni, di Lamezia. Il processo nei loro confronti inizierà il prossimo 28 marzo nell’aula bunker di Catanzaro.

I nomi di coloro che vanno all’abbreviato

Altri undici imputati, coinvolti nella stessa inchiesta, hanno optato per il rito abbreviato. Si tratta di Simone Bonali, 29 anni, di Lamezia; Antonio Pagliuso, 34 anni, di Lamezia; Domenico Gian Luigi Bonali, 54 anni, di Cremona; Gino Gatto alias ‘Ginuzzu’, 33 anni, di Lamezia; Pietro Grande alias ‘u Iurillu’, 55 anni, di Nicastro; Luca Strangis alias ‘Pilichei’, 28 anni, di Lamezia; Alberto Maria Scaramuzzino, 38 anni, di Lamezia; Caterina Butruce, 54 anni, di Lamezia; Angela Franceschi, 36 anni, di Lamezia; Luca Berlingieri, 41 anni, di Lamezia; Angelo Villella alias ‘Angeluzzu’, 41 anni, di Lamezia Terme  Per loro il processo proseguirà il prossimo 3 marzo, giorno in cui è prevista la requisitoria del pubblico ministero.

I capi del sodalizio

Un sodalizio, secondo le ipotesi accusatorie, gestito da Antonio Pagliuso e Domenico Gian Luigi Bonali, i cui “capi e partecipi”, come Maurizio Mazza erano erroneamente convinti di non avere microspie alle calcagna. Conversazioni intercettate, in cui espressamente si parla, di “grammi”, di “chili”, di “roba”, di hashish, marijuana, cocaina, eroina ed altre droghe, molte volte smistate all’interno di una magazzino in via Torre a Lamezia, roccaforte per nascondere e  raffinare la droga. In un dialogo intercettato dalla Polizia e durato oltre un’ora, Domenico Gian Luigi Bonali e Marco Antonio Cerra, sono intenti a confezionare “qualcosa”, commentando che le dimensioni delle dosi da ricavare devono essere piccole e non “troppo grandi”. E che si trattasse di cocaina lo si evincerebbe dalla prosecuzione della conversazione, nel corso della quale, Cerra chiede a Bonali “Minchia, si sente, no?” ottenendo come risposta “Eh … una botta”. I due, nel preparare le dosi, fanno riferimento all’aggiunta di qualcosa: “Ci metti la cosa là”. Un’affermazione questa, secondo gli inquirenti, che si coniuga con le caratteristiche della preparazione della cocaina che viene solitamente “tagliata” con altri medicinali per implementare il numero delle dosi ricavabili. Il 9 febbraio 2018, sempre nello stesso magazzino, luogo di incontro del sodalizio, vengono captate una serie di conversazioni telefoniche ed ambientali dalle quali emerge come Antonio Pagliuso sollecitasse Pasquale Gigliotti ad incontrarsi per definire una “vicenda”, nella quale quest’ultimo avrebbe ceduto due dosi di droga al prezzo di 90 euro. Il dialogo captato prosegue consentendo di risalire alla cessione di 2,5 grammi di cocaina fatta da Gigliotti a Pagliuso suo abituale fornitore, al prezzo di 150 euro. Ma sono tante le cessioni di droga documentate nel provvedimento del gip con relativo prezzo: da un chilo di marijuana per un profitto di 1.800 euro a 39 grammi di cocaina per un guadagno di 2.730 euro a 100 grammi di cocaina venduta ricavandone 9mila euro. Ma le carte non certificano solo fiumi di droga.

Kalashnikov e bombe da utilizzare in caso di necessità

Dalle intercettazioni emerge come alcuni indagati avessero a disposizione armi da fuoco, da guerra e relative munizioni. L’11 aprile del 2018, Antonio Pagliuso ed Antonio Cerra, mentre si trovavano a bordo di una Fiat Panda, discutono di alcune armi e del fatto che Pagliuso ne aveva visto “una nuova”. Più o meno come la nostra è…, non mi ricordo il modello che ce l’ho segnato!” E Cerra chiedeva : “una trentaquattro?”. Ricevendo come risposta : “una sei e trentacinque”. Dopo circa un mese, sempre in una conversazione spiata in auto, Antonio Cerra, si vanta della sua leadership nella vendita delle armi: “questi qua li paghiamo una cazzata hai capito? Ti sto parlando chiaro, il miglior prezzo che ho io non ce l’ha nessuno in tutta la zona, ma no a chiacchiere per davvero” e discute dell’acquisto di un revolver calibro 38 con canna da 3 pollici, mentre Antonio Pagliuso asserisce di essere stato in possesso di un revolver Smith & Wesson calibro 38. E l’11 luglio 2018, quest’ultimo chiede a Domenico Gian Luigi Bonali di andargli a nascondere la pistola in casa, temendo di essere scoperto, essendoci numerosi controlli da parte delle Forze dell’Ordine. Il giorno successivo, consapevoli dei rischi che corrono in caso di controlli di polizia, i sodali, in base al provvedimento, cercano di individuare il modo migliore per evitare che le armi possedute venissero scoperte. E’ lo stesso Antonio Pagliuso, a descrivere il proprio arsenale ai suoi accoliti “a me non mi manca niente”, un arsenale composto da numerose armi, anche di grosso calibro, come kalashnikov, fucili a pompa e fucili calibro 20, oltre che un ordigno esplosivo, del peso di 64 chilogrammi, che non avrebbe esitato ad utilizzare in caso di necessità.

Il collegio difensivo

Sono impegnati tanto nel processo con rito ordinario che nell’abbreviato, tra gli altri, gli avvocati Antonio Larussa, Francesco Gambardella, Giusy Caliò, Aldo Ferraro, Giuseppe Gervasi, Leopoldo Marchese, Alessandra Marchese Teresa Bilotta, Mary Aiello, Enzo Galeota, Armando Chirumbolo, Salvatore Cerra, Renzo Andricciola, Lucio Canzoniere e Mario Murone.

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