Tre rinvii a giudizio, due all’abbreviato, un patteggiamento e una messa alla prova. Si chiude l’udienza preliminare per sette imputati accusati a vario titolo di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione di medicinali per uso umano e veterinario, nell’ambito di un’inchiesta che a giugno dell’anno scorso ha portato il Nas di Catanzaro con i militari del Gruppo Carabinieri Tutela della Salute di Napoli, supportati dai Comandi Provinciali Carabinieri di Catanzaro e Cosenza ad eseguire nove misure cautelari (LEGGI QUI). In particolare il gup del Tribunale di Lamezia ha rinviato a giudizio Andrea Butera, 46 anni, di Lamezia Terme; Pietro Cerra, 54 anni, di Curinga e Diego Grandinetti, 45 anni, di Cosenza , mentre hanno optato per il rito abbreviato Salvatore Folino Raso, 48 anni, di Lamezia Terme; Vittorio Folino Raso, 40 anni, di Lamezia Terme, le cui posizioni verranno discusse il prossimo 4 luglio. Inoltre è stata chiesta la messa alla prova nei confronti di Erika Fragale, 45 anni, di Soveria Mannelli, su cui il gup deciderà anche il 4 luglio. Ha patteggiato la pena ad un anno e 4 mesi Maurizio Gariano, di 55 anni, di Catanzaro, così come aveva ottenuto il patteggiamento in fase di indagini Salvatore Melina, ad un anno e due mesi.
I singoli ruoli
I singoli ruoli
Secondo le ipotesi accusatorie Butera sarebbe stato il promotore dell’associazione, colui che, approfittando della sua attività di magazziniere, dipendente in un deposito farmaceutico di Pianopoli, avrebbe impartito le direttive ai presunti partecipi del sodalizio Gariano, Grandinetti e Melina, per immettere illecitamente nel mercato i farmaci. Fragale avrebbe ceduto prodotti veterinari a una persona ignota per procurare un ingiusto vantaggio al marito, mentre Pietro Cerra, titolare di un negozio di animali e i due Folino Raso avrebbero acquistato medicine veterinarie, provento di furto per poi essere rivenduti con un meccanismo ben collaudato.
La rivendita sul mercato clandestino dei farmaci trafugati
L’indagine è scattata a dicembre del 2020, in seguito ad una segnalazione di una casa farmaceutica nazionale su presunti furti di interi colli di medicinali, che sarebbero avvenuti prevalentemente nel territorio lametino. I successivi approfondimenti investigativi, compiuti anche attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, avrebbero consentito di raccogliere numerosi elementi per ritenere che un magazziniere e corrieri di farmaci avessero costituito una vera e propria organizzazione, ben collaudata, per trafugare prodotti farmaceutici, per poi essere rivenduti sul mercato clandestino con sconti superiori anche al 60-70 % rispetto ai prezzi di mercato.
“La vendita illegale”
Secondo gli investigatori i medicinali sarebbero stati sottratti in modo sistematico dai banchi o dai pacchi destinati alle farmacie, in misura tale da non rendere evidente l’ammanco al destinatario, che solo in un secondo momento si sarebbe accorto del furto. L’ organizzazione, attraverso una fitta rete di “vendita illegale” creata per accontentare l’elevata richiesta della clientela della zona, avrebbe proceduto ad accumulare la refurtiva all’interno di depositi abusivi (garage, magazzini) e successivamente a ricettarla al pubblico, in farmacie, parafarmacie e negozi di vendita di prodotti per animali. Nel periodo delle prime ondate della diffusione del Covid-19 è risultato, sempre secondo le ipotesi accusatorie, che la rete di conoscenze degli associati richiedesse, con maggiore insistenza, farmaci antipiretici. Secondo quanto emerso nelle indagini delegate ai Carabinieri del Nas di Catanzaro, la refurtiva potrebbe ammontare a circa 14mila confezioni di medicinali ad uso umano e veterinario, dal valore complessivo di 115mila euro, di cui 1.650 confezioni di farmaci sequestrate.
Il collegio difensivo
Sono impegnati nel processo tra gli altri gli avvocati Aldo Ferraro, Lucio Canzoniere, Natalino Pileggi, Saverio Viscomi, Maria Concetta De Rose, Aurelio Sicilia, Giuseppe Mastroianni ed Emilio Severino.