“Ricorderemo l’abbraccio salvifico di un padre in una brutta storia di incoscienza e scelleratezza criminale che ha portato ad una immane quanto evitabile tragedia. La funivia Stresa-Mottarone collega, appunto, in 20 minuti la località turistica di Stressa, sul lago Maggiore, alla cima del Mottarone. Siamo nella provincia di Verbania-Cusio-Ossola terra di epiche lotte partigiane. Un tragico bilancio di 14 vittime, tra cui due bambini di 5 e 2 anni. Tra le persone che hanno perso la vita la nostra sfortunata conterranea Serena Costantino 27.nne di Diamante, da poche settimane borsista del Cnr, dopo essersi laureata a Roma dopo tanti sacrifici. Con lei è deceduto il fidanzato di origini iraniane di 23 anni.” Il sindaco di Sellia, Davide Zicchinella, commenta i fatti accaduti nella tragedia della funivia di Stresa.
“Il nostro Paese non cambierà mai”
“Il nostro Paese non cambierà mai”
“Da ieri sappiamo – continua il primo cittadino –, per stessa ammissione dei tre colpevoli, tradotti in carcere, che quanto accaduto è frutto di assurde scelte “tecniche” e “gestionali” improntate alla spregiudicatezza ed all’ incoscienza criminale. Tante storie di vite spezzate. Tanti giovani, tra cui due colleghi medici. Un solo superstite tra i 15 occupanti la cabina precipitata: Eitan, 5 anni. Ancora in prognosi riservata ma ora sveglio ed estubato. Unico sopravvissuto alla sua famiglia di origini israeliane. La mamma Tal di 26 anni, il fratello Tom di 2. Il papà Amit Biran di 30 hanno tutti perso la vita. Eitan, come hanno potuto valutare i medici dell’ Ospedale Pediatrico Regina Margherita di Torino dove è ricoverato, è sopravvissuto grazie all’abbraccio del padre.
Amit col suo corpo giovane e vigoroso ha protetto dai terribili e fatali colpi ferali della cabina in caduta e delle sue lamiere diventate acuminate e taglienti il figlio. Nei pochi secondi che hanno separato il distacco della cabina dal suo precipitare rovinosamente al suolo Amit ha fatto quello che ogni genitore avrebbe istintivamente fatto pur nel poco tempo disponibile e nella concitazione: proteggere col suo stesso corpo quello del figlio.
“E mentre scrivo e non trattengo le lacrime – conclude Zicchinella – penso al bambino ed alla sua lotta per la vita. Ad un padre che spero sia riuscito a salvarlo. A tutte le vite spezzate. Ai 2 piccoli. Ai tanti progetti infranti mentre, dopo duri mesi di lockdown, godevano spensierati di una vista mozzafiato in una giornata di divertimento. Penso alla brama di profitto che acceca coscienze e porta a letali conseguenze. Alla superficialità dannose che spesso guida le nostre scelte. Al nostro Paese che non cambierà mai”.