La Camera Penale di Crotone aderisce all’astensione dalle udienze penali indetta dalla Giunta dell’Unione
Il video della tragedia
“Il messaggio lanciato con questa abominevole surrogazione del giudice è chiaro: laddove il caso assurga all’attenzione mediatica, bisogna stringere le maglie delle garanzie difensive, per accontentare il volgo assetato di condanne irrogate in forma anticipata a mezzo piattaforme social e programmi tv. La reazione dell’avvocatura tutta – dichiara Truncè – non poteva che essere unitaria e centralizzata. Tutte le Camere Penali italiani hanno aderito all’astensione. Vorrei poi porre l’accento su un altro fatto, altrettanto grave: dopo che la Giunta dell’U.c.p.i. aveva già deliberato l’astensione in segno di protesta alla grave decisione della sostituzione del gip di Verbania, è andato in onda sulla tv nazionale il filmato che ha immortalato gli ultimi istanti antecedenti alla sciagura della funivia del Mottarone, spettacolarizzando una tragedia che nessuno avrebbe voluto vedere. Il filmato è stato riprodotto su innumerevoli canali tv e testate on line. Quella stessa sera è intervenuto il Procuratore di Verbania con un comunicato stampa, stigmatizzando la diffusione del filmato e riconducendo la paternità del gesto all’avvocatura, in particolare agli avvocati difensori degli indagati, che erano gli unici a poter detenere il filmato, sequestrato e secretato a fini investigativi, ma osteso ai difensori per consentire loro di apprestare una difesa in sede di riesame”.
Gravi accuse all’avvocatura
“Bene, si tratta di un’accusa gravissima, – dichiara il presidente della Camera Penale di Crotone – uno strale lanciato all’avvocatura tutta, proprio da chi rappresenta lo Stato. Esecrabile che il procuratore di Verbania non abbia effettuato un’indagine interna in seno alla Procura e alla polizia giudiziaria per verificare se il filmato sia entrato nel possesso della stampa proprio da questo canale, come accade, salvo rarissime eccezioni, nella prassi, visto che è il segreto di Pulcinella che gli informatori degli organi di stampa siano proprio le Procure della Repubblica, spesso alla ricerca di una cassa di risonanza delle indagini da loro condotte. Non è tollerabile che l’avvocatura sia additata quale autrice di un gesto che solleva tanto sdegno, con una “lezioncina” del Procuratore, che rappresenta la Repubblica prima che l’organo d’accusa. Non escludiamo di intraprendere azioni concrete, all’esito del dibattito che coinvolge tutte le Camere Penali territoriali, perché è ora di porre fine a questa barbarie”.