Tramonta l’idea di Sorical pubblica, per l’acqua calabrese ora c’è l’Azienda speciale

Occhiuto sposa la linea degli attivisti. Si punta a riattivare “Cosenza acque”, ma Manna ipotizza due società mentre il governatore vuole un gestore unico
acqua catanzaro

di Sergio Pelaia – Ci sarà anche una rappresentanza di attivisti calabresi alla manifestazione nazionale per l’acqua pubblica in programma oggi a Napoli. Secondo i comitati gli obiettivi del Pnrr, in combinato con il Ddl Concorrenza, penalizzano il servizio idrico, in particolare nel Sud, e mirano alla sua definitiva privatizzazione. Intanto in Calabria si discute della strada da intraprendere per l’affidamento del servizio a un soggetto gestore, la cui mancanza rischia di far perdere la possibilità di accedere ai fondi Ue (LEGGI QUI).

Tempi troppo lunghi per pubblicizzare Sorical

Tempi troppo lunghi per pubblicizzare Sorical

In un primo momento sembrava che la Regione puntasse, come da delibera di indirizzo approvata a maggio con la gestione Spirlì, a revocare la liquidazione di Sorical e a rilevarne le quote dei privati per rendere il capitale interamente pubblico. Invece ora ci si è accorti che i tempi per questa soluzione sarebbero troppo lunghi e, proprio nei giorni scorsi, il presidente della Regione Roberto Occhiuto con una lettera inviata ai vertici dell’Aic (l’Autorità idrica calabrese in cui sono rappresentati i Comuni) è uscito allo scoperto con la proposta di “affidare temporaneamente il servizio ad un’Azienda speciale consortile” (LEGGI QUI).

La proposta di Manna per “Cosenza acque”

A sua volta il presidente dell’Autorità idrica calabrese Marcello Manna si è rivolto al presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci chiedendo un incontro urgente volto alla riorganizzazione del servizio idrico integrato attraverso “Cosenza acque”, una spa in liquidazione ma che “presenta, od oggi, un bilancio in positivo” e di cui fanno parte circa 80 Comuni del Cosentino. Secondo Manna questa società, trasformata in Azienda speciale consortile con l’ingresso di tutti i Comuni calabresi, potrebbe essere il “potenziale soggetto affidatario del servizio idrico integrato per i segmenti a valle”. Mentre a monte captazione e adduzione resterebbero in capo a Sorical.

Occhiuto: azienda speciale ma gestore unico

Occhiuto però aveva già fatto sapere che “prevedere una Società di adduzione e una Società di dettaglio, oltre a non essere in linea con la disciplina di settore, che privilegia l’integrazione del ciclo idrico, appare non in grado di raggiungere un adeguato equilibrio economico e finanziario”. Dunque per il presidente della Regione è “necessario prodigare tutti gli sforzi per la creazione di un nuovo modello di gestione attraverso la creazione di una multi-utility controllata dalla Regione Calabria e partecipata dai Comuni, che sia in grado di gestire, oltre alle attività di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua potabile, anche tutte le attività attualmente svolte dai Comuni sia in riferimento al servizio idrico che per la gestione della depurazione, compresa la gestione commerciale delle utenze”.

Gli attivisti: “Non c’è più spazio per Sorical”

Il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” ha accolto con favore queste dichiarazioni sia rispetto alla gestione unica del servizio sia, soprattutto, per la proposta di affidarlo a un’Azienda speciale consortile individuata dai Comuni, anche se in forma temporanea. “Si tratta di due dei punti ribaditi dal Coordinamento necessari a favorire l’indirizzo di una reale gestione pubblica. È necessario, tuttavia, completare il quadro al più presto. Nello scenario delineato dal presidente – scrivono gli attivisti – non c’è più spazio per la Sorical, SpA mista (con Veolia partner privato) in liquidazione. Ribadiamo che il rapporto con Sorical deve essere risolto quanto prima, avendo cura di salvaguardare competenze e professionalità esistenti. Inoltre, non capiamo perché la forma giuridica dell’azienda speciale, che si dimostra efficace e flessibile anche rispetto ai fini dichiarati dal presidente (accesso ai bandi), debba essere temporanea. Ancora una volta ripetiamo che l’azienda speciale è, allo stato, l’unica forma che può favorire una gestione pubblica e partecipata”.

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