Trattato come sospetto caso Covid e morto di setticemia, indagati sei medici in Calabria

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La Procura della Repubblica di Palmi ha disposto l’esumazione del corpo di Maurizio Frana, di 51 anni, morto il 29 dicembre scorso nel pronto soccorso dell’ospedale di Reggio Calabria disponendo altresì l’autopsia – effettuata ieri – e notificando un avviso di garanzia a sei medici, 3 dell’ospedale di Polistena e 3 di quello di Reggio Calabria, con l’ipotesi di omicidio colposo. Provvedimento necessario per consentire loro di nominare propri consulenti.

La dinamica

La dinamica

Frana è morto dopo essere stato ricoverato, la mattina del 29 dicembre, nell’ospedale di Polistena. Trattato come un sospetto caso di Covid era stato sistemato nella tenda Covid per accertare l’eventuale positività. Alle 17.30, dopo i primi risultati, il trasferimento a Reggio Calabria sempre per sospetto Covid. A Reggio il tampone ha dato esito negativo e Maurizio è stato trasferito al pronto soccorso ordinario dove è morto intorno alle 22 per uno choc da stato settico, come ha riferito il fratello della vittima, Massimo Frana, nella denuncia presentata alla polizia.

“Gravi indizi di reato”

La decisione della Procura di ordinare l’esumazione e l’autopsia nasce dalla necessità, scrive il pm nel decreto di esumazione-estumulazione, al fine di accertare le cause del decesso “nonché la sussistenza di eventuali responsabilità penali causalmente ricollegabili al decesso, essendo emersi dagli atti del procedimento, gravi indizi di reato in ordine alle ipotesi delittuose indicate, in considerazione della documentazione medica acquisita e in base alla denuncia del fratello da cui si evince il notevole lasso di tempo trascorso tra l’entrata nel pronto soccorso e le successive decisioni sulle cure da prestare, fino alla morte avvenuta a Reggio Calabria”.

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