di Gabriella Passariello- Quattro anni di reclusione per il 33enne Antonio Tomaselli, accusato di aver investito e ucciso Andrea Faragò la sera del 18 febbraio del 2016 mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in via Lucrezia della Valle, nella zona sud di Catanzaro, insieme a una coetanea rimasta ferita. La Corte di Cassazione ha lasciato invariato il verdetto dei giudici di appello di Catanzaro sentenziato nel mese di marzo 2019, quando la Corte di appello ha confermato anche il risarcimento del danno a favore della costituita parte civile rappresentate dagli avvocati Francesco Mancuso e Andrea Gareri, nella misura di 50mila euro a titolo di provvisionale, bocciando la richiesta del sostituto procuratore generale Salvatore Di Maio, che su istanza dell’avvocato Nicola Tavano, difensore dell’imputato, aveva concordato la rinuncia ai motivi dell’appello con conseguente riduzione di pena a due anni e otto mesi di reclusione.
La difesa: “Videoriprese sottovalutate dai giudici”
La difesa: “Videoriprese sottovalutate dai giudici”
Il difensore dell’imputato, aveva infatti rilevato come le videoriprese dell’incidente fossero state sottovalutate dal giudice di prime cure, che aveva anche lui sentenziato una condanna a 4 anni di reclusione per Tomaselli. Sottovalutazione dovuta al fatto che l’imputato aveva affermato di aver sorpassato la macchina, perché la stessa aveva rallentato procedendo sul margine destro. L’impressione che ne aveva avuto dunque era che l’auto stesse accostando o che addirittura stesse per entrare nel piazzale da cui provenivano le due ragazze, successivamente investite. Versione, secondo la difesa, “avvalorata dalle telecamere: una macchina transitava molto più vicina al margine destro, sembrando quasi accennare a una manovra di svolta a destra per poi rimettersi diritta”. Una manovra che poteva trarre in errore il conducente dell’auto. Un particolare che “avrebbe potuto essere valorizzato per commisurare il grado della colpa e valutare come la condotta di Tomaselli non era stata così scellerata come ritenuto dal gup”. Per la Corte di appello pur ammettendo che l’imputato avesse avuto “l’impressione che l’auto che lo precedeva intendeva effettuare una manovra di svolta a destra, ciò comunque non implica il fatto che lo stesso fosse autorizzato ad effettuare una manovra di sorpasso, a cavallo della linea di mezzeria, con striscia continua e in corrispondenza delle strisce pedonali”.
L’impatto fatale
Secondo la ricostruzione dei fatti, quel maledetto 18 febbraio di quattro anni fa intorno alle 19, la ragazza stava attraversando la strada, sulle strisce pedonali in Via Lucrezia della Valle, in compagnia di una sua coetanea, quando all’improvviso la diciassettenne è stata travolta da una Volkswagen Polo guidata da Antonio Tomaselli. Un impatto talmente violento da sbalzarla di quindici metri rispetto all’effettivo luogo dell’incidente. Sul posto sono immediatamente arrivati i sanitari del 118 a bordo di due ambulanze che hanno prestato i primi soccorsi proprio ad Andrea Faragò. Era il caso più grave. La ragazza respirava ancora. I sanitari l’hanno subito messa sulla barella e nonostante i tentativi di rianimarla il suo cuore ha smesso di battere. Nel frattempo, l’altra coetanea ferita è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “Pugliese”. Mentre Tomaselli, fermato a pochi metri dall’incidente, era in evidente stato di shock, senza riuscire a spiegare come mai non avesse visto quelle due ragazze attraversare la strada. Sono state poi le immagini di video sorveglianza presenti nella zona a chiarire l’esatta dinamica dell’incidente, immagini, che hanno fatto il giro del web, prima ancora che l’allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Paolo Petrolo, (oggi sostituto nella Procura Reggina), aprisse l’inchiesta per omicidio colposo a carico di Tomaselli.