di Mimmo Famularo – Tre aggressioni nell’arco di poco più di dieci giorni tra Settingiano, il quartiere Lido di Catanzaro e Soverato. In meno di un mese la Procura guidata da Nicola Gratteri ha chiuso il cerchio delle indagini individuando i presunti autori di tre pestaggi avvenuti per futili motivi. Nei loro confronti i carabinieri hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Si tratta di ragazzi di età compresa tra i ventotto e i ventuno anni, tutti di Catanzaro, alcuni dei quali già gravati da precedenti di polizia e oggi accusati, a vario titolo, di rapina, lesioni personali aggravate e danneggiamento. Il provvedimento emesso dal gip Paola Ciriaco su richiesta del sostituto procuratore Francesca Delcogliano, riguarda Carlo Gallina di 22 anni; Simone Mumoli di 22 anni; Tommaso Rosati di 28 anni; Giuseppe Cardamone di 21 anni. Per tutti e quattro la Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere ma il gip ha ritenuto sufficiente i domiciliari. Risulta invece indagato a piede libero Emanuele Rosario Giampà, 30 anni, anche lui di Catanzaro.
L’aggressione ripresa con il cellulare
L’aggressione ripresa con il cellulare
L’indagine nasce dalla denuncia-querela sporta da una delle vittime. Secondo quanto raccontato ai carabinieri, lo scorso 27 maggio, la baby-gang composta da Gallina, Mumoli, Rosati e Cardamone avrebbero condotto il ragazzo a Settingiano dove sarebbe stato preso a pugni, costretto a mettersi in ginocchio, offeso ripetutamente, ripreso con il telefono e obbligato a ripetere la frase “sono un ricchione”. Il tutto sotto la minaccia di un coltello impugnato da uno degli aggressori. Alla vittima veniva strappata dal collo anche la catenina d’oro e sottratta la cifra di 3 euro e 50 centesimi. Il ragazzo veniva lasciato a terra sanguinante e costretto a recarsi da solo al Pronto soccorso dove i sanitari hanno riscontrato lesioni giudicabili in 10 giorni.
Preso a calci e pugni in piazza
Il 30 maggio parte del gruppo si rendeva protagonista di un’altra aggressione. Teatro il quartiere Lido di Catanzaro e, in particolare, piazza Garibaldi. Anche in questo caso la vittima ha denunciato i suoi aguzzini ai carabinieri sostenendo di essere stato preso a calci e a pugni da Mumoli: “Mi ha spaccato il sopracciglio” ha dichiarato davanti ai militari. Un’aggressione documentata dalle immagini riprese da un impianto di videosorveglianza presente nella zona che ha aiutato gli investigatori ha ricostruire i contorni della vicenda identificando vittima e presunti carnefici.
Il pestaggio fuori dalla discoteca di Soverato
La terza ed ultima aggressione è avvenuta in un locale di Soverato ai primi di giugno. Vittima un altro ragazzo che ha avuto anche lui il coraggio di denunciare il fatto. Ai carabinieri ha riferito di aver avuto un alterco con Simone Mumoli per via di una ragazza con cui egli aveva ballato e di essere stato aggredito con schiaffi e pugni unitamente a un amico individuato in Carlo Gallina. “Ricevevo numerosi calci e pugni non solo dai due soggetti sopra menzionati ma anche da numerosi loro amici, circa una quindicina”. Per evitare conseguenze peggiori, tentava la fuga dalla discoteca ma la baby-gang riusciva a raggiungerlo: “Questi ragazzi – ha dichiarato ai carabinieri la giovane vittima – riuscivano a trovarmi e continuavano nella loro violenta condotta continuando ancor più gravemente a tirarmi pugni, schiaffi, calci e spinte, sino a farmi rovinare per terra e proseguendo con ancor più ferocia, strappandomi la maglietta di dosso, rompendomi la smartwatch e lo smartphone, causandomi numerosi ematomi e contusioni come da referto medico successivamente rilasciatomi dal Pronto soccorso dell’ospedale Pugliese di Catanzaro”. Il ragazzo – sottoposto ad individuazione fotografica – ha riconosciuto in particolare Simone Mumoli come colui che lo aveva aggredito per prima e Carlo Gallina come uno di coloro che lo hanno poi malmenato.
Il gip: “Personalità pericolose e violente”
Per il gip, oltre alla gravità indiziaria, sussistono le esigenze cautelari prospettate dal pubblico ministero per via del pericolo di reiterazione dei reati. In particolare il giudice sottolinea la “personalità pericolosa e violenta” di Carlo Gallina, Simone Mumoli e Giuseppe Cardamone, già gravati da precedenti di polizia. In riferimento a Rosati (per il quale non risultano precedenti) emerge comunque “una significativa propensione a delinquere e una marcata pericolosità sociale”. “Deve quindi affermarsi – scrive nell’ordinanza il gip – che le allarmanti modalità del fatto inducano a ritenere che il comportamento dei prevenuti, lungi dall’essere un episodio isolato, sia piuttosto indice appunto di una inclinazione a delinquere”. Condotte delittuose sintomo di “una crescente aggressività” per la quali è necessario applicare quanto meno la custodia cautelare ai domiciliari.