Treni soppressi, collegamenti sulla tratta tirrenica tra Reggio Calabria e Cosenza ridotti al lumicino nel weekend e intere fasce orarie scoperte durante la settimana. È questa la denuncia del Comitato Pendolari Calabria che accusa Trenitalia di “continuare a penalizzare i viaggiatori calabresi nell’indifferenza totale della Regione Calabria”. Gli orari estivi dei treni regionali, ha infatti spiegato il protavoce del Comitato, l’avvocato Fernando Scrivano, “hanno riservato brutte sorprese per i pendolari calabresi”.
Disagi sia sulla tratta tirrenica che su quella ionica
Disagi sia sulla tratta tirrenica che su quella ionica
“Il Presidente Occhiuto – scrive il Comitato in una nota – nei mesi scorsi ha annunciato in pompa magna nuovi treni sulle tratte regionali, mezzi che sono andati a sostituire treni vecchi e ormai vetusti, di contro però i collegamenti tra le città ed i territori somo diminuiti. Intere fasce orarie risultano scoperte, sulla tratta Reggio Calabria-Cosenza sono stati cancellati i treni delle 14:58 – molto utilizzato da dipendenti pubblici – e delle 19.00, in pratica l’ultimo treno che collega le due città capoluogo – con le numerose fermate intermedie – parte alle 18.03, eppure restano fermi dei collegamenti nelle ore successive con Lamezia Terme. Una scelta incomprensibile, senza considerare le esigenze dei viaggiatori. Stessa cosa in direzione Nord dove a partire dalle 8:00 e fino a quasi mezzogiorno non ci sono treni. Mentre nei fine settimana è pressoché impossibile viaggiare. Ma la rimodulazione degli orari estivi, ha aggiunto il Comitato Pendolari Calabria, penalizza anche la fascia ionica, “dove sono stati soppressi molti treni tra Catanzaro e Reggio Calabria, tutto ciò a discapito dei lavoratori. A tutto ciò si aggiungono cancellazioni e ritardi che quotidianamente si verificano e non fanno altro che prolungare i tempi di percorrenza già elevati e aumentare i disagi per gli utenti”.
Se Trenitalia no riesce ad assicurare il servizio, la Regione si rivolga ad altre società
“Il servizio reso da Trenitalia sulle tratte regionali – ha concluso il Comitato – finanziato dalla Regione Calabria, e quindi pagato da noi contribuenti, è un servizio pubblico che non può piegarsi a logiche di afflusso dell’utenza, ma deve garantire il collegamento ed il trasporto ferroviario regionale dei viaggiatori, soprattutto laddove non è garantito servizio alternativo su gomma, tra l’altro rispondente ad un preciso orientamento europeo di privilegiare l’utilizzo dei mezzi pubblici su ferrovia, più sostenibili rispetto ad altri. Pertanto la Regione Calabria, che paga il servizio tramite la sua Autorità Regionale ArtCal, non può consentire rimodulazioni dei treni tali da non garantire un servizio che è pubblico a tutti gli effetti. Se Trenitalia non riesce ad assicurare un servizio puntuale e soddisfacente – tuonano dal Comitato Pendolari – allora chiediamo alla Regione Calabria di rivolgersi ad altre Società di trasporto già presenti in altre parti d’Italia, nel pieno rispetto della concorrenza di mercato”.