Paola Gesualdo è la moglie di Giuseppe Cicciù, calabrese, di 51 anni, uno dei due ferrovieri morti nello schianto del Frecciarossa Milano-Salerno. In questi due giorni che le sono sembrati infiniti è uscita dal suo appartamento di Cologno Monzese soltanto per andare alla camera mortuaria dell’ospedale di Lodi.
Lo scrive il Corriere.it. “Per accarezzare una bara, in sostanza. Perché «ho chiesto di vederlo ma mi hanno detto che non è possibile» ha spiegato ai parenti di Giuseppe arrivati da Reggio Calabria, dove lui è nato e cresciuto con le sorelle Teresa e Giusy e dove oggi vive la sua anziana madre, Elena, alla quale lui era legatissimo. La ragazza che apre la porta di casa Cicciù, all’ottavo piano di una palazzina dove la famiglia abita da molti anni, dice che Paola è sfinita, non vuole parlare con nessuno. Di lui non se la sente di dire nient’altro che le poche parole dette a tutti: «Era l’uomo migliore del mondo, meraviglioso. Un padre perfetto».
Lo scrive il Corriere.it. “Per accarezzare una bara, in sostanza. Perché «ho chiesto di vederlo ma mi hanno detto che non è possibile» ha spiegato ai parenti di Giuseppe arrivati da Reggio Calabria, dove lui è nato e cresciuto con le sorelle Teresa e Giusy e dove oggi vive la sua anziana madre, Elena, alla quale lui era legatissimo. La ragazza che apre la porta di casa Cicciù, all’ottavo piano di una palazzina dove la famiglia abita da molti anni, dice che Paola è sfinita, non vuole parlare con nessuno. Di lui non se la sente di dire nient’altro che le poche parole dette a tutti: «Era l’uomo migliore del mondo, meraviglioso. Un padre perfetto».
Chiunque le abbia stretto le mani, in queste ore di lacrime e disperazione, l’ha vista scuotere la testa e l’ha sentita ripetere che «non è possibile, io non ci volevo credere. Come si può credere che sia successa una cosa del genere? Come può succedere?». (Leggi su Corriere.it)