Tribunale di Catanzaro, d’inverno congeli…d’estate collassi. Ma nessuno pare poter intervenire

lentini

di Danilo Colacino – Tribunale ‘Francesco Ferlaino’, nessuna traccia di termosifoni o climatizzatori in funzione. D’inverno, dunque, munirsi di cappotto e d’estate, invece, affidarsi al consumo di molte bibite fresche o a qualche ventilatore in funzione in questa o quella stanza. Pena, l’insorgere della polmonite nei mesi rigidi e il collasso cardiocircolatorio in periodi di calura insopportabile come l’attuale. Una situazione insostenibile, ai limiti dell’umana sopportazione, per i frequentatori di un luogo in cui si amministra quotidianamente la giustizia. Un edifico in cui spesso c’è un brulicare di gente, costretta a sostare per ore e ore nelle aule del Civile e talvolta anche del Penale (in cui, come noto, si sa quando si entra, ma non il momento in cui si esce) sopportando temperature che possono andare da sotto zero (da dicembre a febbraio) a più di 40 gradi (da giugno a settembre). Un vero e proprio inferno di ghiaccio o di fuoco, insomma, a cui giudici, magistrati, forze dell’ordine, cancellieri, impiegati vari, avvocati, imputati e ‘parti in causa’, si adattano ormai rassegnati.

L’interessamento alla vicenda, finora suo malgrado infruttuoso, del consigliere comunale di Cambiavento Gianmichele Bosco. Il consigliere Bosco, esponente del movimento fioritiano e come si dice adesso con una formula elegante: operatore del diritto, patendo su se stesso i disagi raccontati e soprattutto immedesimandosi nella condizione delle persone con cui interagisce quotidianamente per lavoro si è attivato al fine di risolvere il problema. E lo ha fatto all’interno del Palazzo di Giustizia di via Gaetano Argento, ma senza esito, e all’esterno, scrivendo alla Spisal (organismo dell’Asp deputato peraltro alla verifica dei microclimi negli ambienti di lavoro). Una struttura da cui ha ricevuto la seguente risposta tramite Pec: “In riferimento a quanto da lei chiesto, si porta a conoscenza che Codesto Servizio   non ha competenza a effettuare un’ispezione nel Tribunale di Catanzaro in quanto la vigilanza in tale ufficio è disciplinato da (…D/Lgs 81/’08… e così via, ndr)”. Nulla di fatto, quindi. Fatto sta che chi può intervenga allo scopo di evitare svenimenti a raffica.

L’interessamento alla vicenda, finora suo malgrado infruttuoso, del consigliere comunale di Cambiavento Gianmichele Bosco. Il consigliere Bosco, esponente del movimento fioritiano e come si dice adesso con una formula elegante: operatore del diritto, patendo su se stesso i disagi raccontati e soprattutto immedesimandosi nella condizione delle persone con cui interagisce quotidianamente per lavoro si è attivato al fine di risolvere il problema. E lo ha fatto all’interno del Palazzo di Giustizia di via Gaetano Argento, ma senza esito, e all’esterno, scrivendo alla Spisal (organismo dell’Asp deputato peraltro alla verifica dei microclimi negli ambienti di lavoro). Una struttura da cui ha ricevuto la seguente risposta tramite Pec: “In riferimento a quanto da lei chiesto, si porta a conoscenza che Codesto Servizio   non ha competenza a effettuare un’ispezione nel Tribunale di Catanzaro in quanto la vigilanza in tale ufficio è disciplinato da (…D/Lgs 81/’08… e così via, ndr)”. Nulla di fatto, quindi. Fatto sta che chi può intervenga allo scopo di evitare svenimenti a raffica.

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