Le donne incinte con Covid possono trasmettere la malattia ai feti che portano in grembo provocando emorragie cerebrali con danni al tessuto cerebrale in via di sviluppo. A scoprirlo un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del King’s College di Londra in collaborazione con il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie di Trieste e l’Università di Edimburgo – riportato in un articolo del Corriere della Sera a firma di Cristina Marrone –. Non è stato chiarito se i danni al tessuto cerebrale dei feti sia causato dall’azione diretta del virus o dalla reazione del sistema immunitario della madre, tuttavia, visto gli alti rischi i ricercatosi raccomandano alle donne in attesa di sottoporsi a vaccino anti-Covid.
Le donne incinte con Covid possono trasmettere la malattia ai feti che portano in grembo provocando emorragie cerebrali con danni al tessuto cerebrale in via di sviluppo. A scoprirlo un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del King’s College di Londra in collaborazione con il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie di Trieste e l’Università di Edimburgo – riportato in un articolo del Corriere della Sera a firma di Cristina Marrone –. Non è stato chiarito se i danni al tessuto cerebrale dei feti sia causato dall’azione diretta del virus o dalla reazione del sistema immunitario della madre, tuttavia, visto gli alti rischi i ricercatosi raccomandano alle donne in attesa di sottoporsi a vaccino anti-Covid.
La ricerca
Gli scienziati hanno analizzato 661 campioni di tessuto fetale raccolti tra il luglio 2020 e l’aprile 2022, osservando emorragie cerebrali in 26 di questi. Il virus era presente in tutti i campioni di tessuto con emorragia. La maggior parte dei cervelli con emorragie erano feti deceduti tra la fine del primo trimestre e l’inizio del secondo, la fase in cui si forma la barriera ematoencefalica che permette di proteggere il cervello dagli agenti patogeni esterni.
“Mentre le emorragie si verificano occasionalmente nei cervelli in via di sviluppo, è estremamente insolito che ci siano così tanti casi in un periodo di 21 mesi” afferma la neurobiologa Katie Long del King’s College di Londra nel Regno Unito. “Ora è della massima importanza seguire i bambini che sono stati esposti prenatalmente a Covid in modo da poter stabilire se ci sono effetti a lungo termine sullo sviluppo neurologico”.
Da madre a figlio
I ricercatori hanno evidenziato una riduzione dell’integrità dei vasi sanguigni e un aumento delle cellule immunitarie che si infiltrano nel cervello nei campioni infettati (mentre l’integrità dei vasi è risultata sensibilmente superiore nei campioni di cervelli fetali non infettati). Questo può essere un risultato diretto dell’infezione da Covid-19 o un risultato indiretto della risposta immunitaria della madre. Sebbene il coronavirus sia stato confermato solo nei tessuti del feto, si può presumere che le infezioni siano state trasferite dalle madri.
Il virus nella placenta
Tracce di Sars-CoV-2 sono state rilevate anche in campioni di tessuto prelevati dalla placenta e dal cordone ombelicale, suggerendo che esiste la possibilità che ulteriori complicazioni siano causate dalla presenza di Covid-19. Le infezioni virali nelle madri sono regolarmente associate a danni neurologici nei bambini; il virus Zika è uno dei casi di più gravi degli ultimi anni a dimostrazione di quanto possano essere significativi questi effetti.
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