di Gabriella Passariello– Prosciolti 27 su 48 imputati, tra medici, avvocati, carrozzieri, coinvolti nell’inchiesta “Violentemente investito 1” su una serie di operazioni truffaldine escogitate simulando incidenti stradali mai esistiti per raggirare le agenzie assicurative. Lo ha deciso il Tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto da Carmela Tedesco, a latere Maria Cristina Flesca e Teresa Lidia Gennaro, che ha pronunciato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione dei reati nei confronti di Maurizio Anastasi, Giulio Cosco, Luciano Crispino, Adriano Dara, Francesco Giglio, Enzo Giudo, Serafino Guido, Ennio Iiritano, Rita Mancuso, Rosa Mazza, Madga Mellea, Raoul Mellea, Rosario Mellea, Francesco Menzica, Daniela Mungo, Rosario Murica, Alessandro Nicoletta, Antonio Nicoletta, Emanuele Nicoletta, Fabrizio Nicoletta, Filomena Nicoletta, Vittorio Nicoletta, Giovanni Panico, Filippo Passarelli, Luciano Procopio, Ersilia Rosati e Cesarina Scozzafava.
I nomi degli imputati ancora sotto processo
I nomi degli imputati ancora sotto processo
Proseguirà invece il 10 giugno il processo per altri 21 imputati, rispetto ai quali pur essendo stati prosciolti per intervenuta prescrizione per vari reati che vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, alla mutilazione fraudolenta della propria persona, alla truffa aggravata, al falso, alla frode fiscale, e alla intestazione fittizia di beni, restano in piedi le accuse relative ad ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Si tratta di Gennaro Pierino Mellea, Katiuscia Adamo, Francesca Alfieri, Vittorio Alfieri, Antonio Bressi, Bruno Candeloro, Daniele Fazio, Angela Maria De Luca, Gianluigi De Santis, Gabriella Elvira Maiuolo, Vitaliano Mirarchi, Giuseppe Palaia, Benito Parrinello, Fabio Parinello Sarah Riga, Annarita Scalzo, Luigi Scalzo, Leonardo Scerbo, Massimo Trapasso, Raffaele Trapasso e Maria Varano.
L’inchiesta e i sequestri
Un’indagine complessa, durata tre anni e basata su intercettazioni ambientali e telefoniche, con risvolti anche di natura fiscale sfociò nel maggio del 2014, in un blitz che portò gli uomini della Guardia di finanza, a notificare un’ordinanza vergata dall’allora gip Gabriella Reillo, di custodia cautelare in carcere per 6 indagati, gli arresti domiciliari per 11 e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per 4. Centocinquantasei furono in tutto le persone denunciate, che avrebbero ottenuto gli indennizzi sulla base dei falsi incidenti versando una parte delle somme ricevute agli organizzatori della truffa, mentre furono sequestrati beni per un valore di due milioni di euro, ed emesse multe per reati fiscali per 700mila euro. Oltre cinque milioni di euro, invece, sarebbe stato il valore delle truffe realizzate dalla presunta organizzazione criminale – in un arco di tempo compreso tra il 2009 ed il 2012 – attraverso il sistema dei falsi incidenti, ai danni, oltre che delle agenzie di assicurazione, anche del Fondo di garanzia delle vittime della strada. A svelare la presunta organizzazione criminale un collaboratore di giustizia catanzarese coinvolto nell’operazione Pony express, che spiegò il “sistema” messo in piedi per realizzare le truffe, essendone stato partecipe dal 2002 al 2008. Le lunghe e complesse indagini, poi, hanno consentito agli investigatori delle Fiamme gialle di stabilire che tra il 2010 e il 2012 il gruppo avrebbe messo in scena almeno ventotto falsi incidenti stradali. Nello studio dell’avvocato Gennaro Pierino Mellea, oggetto di perquisizione e dove all’epoca dei fatti aveva in uso una stanza anche l’avvocato Antonio Bressi , si sarebbe svolta un’attività logistica e di supporto alla presunta associazione per delinquere che avrebbe fatto capo proprio a Mellea, mentre Bressi si sarebbe occupato dei procedimenti instaurati presso il giudice di pace di Badolato.